Il giallo dei reperti trafugati

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    La vicenda appare sempre più contorta. Nella giornata di venerdì gli agenti del corpo forestale hanno sorpreso alcuni "escursionisti" che scendevano a valle con gli zaini colmi di reperti bellici razziati sotto il Corno di Cavento, commettendo illecito in quanto la legge non consente di recuperare cimeli che riaffiorano dalla neve dopo essere sepolti dalla prima guerra mondiale. Per due dei sei bresciani fermani è scattata anche la denuncia penale in quanto negli zaini sono stati trovati tra le altre cose anche degli esplosivi: bombe a mano e nastri da 250 proiettili per mitragliatrici. Nei giorni successivi, sabato e domenica, le prime indiscrezioni: della comitiva avrebbero fatto parte anche cittadini di Temù tra cui il vicesindaco Giuseppe Pasina, tra l’altro incaricato di presiedere la commissione per il nascente Museo della Guerra Bianca che troverà sede a Temù. Ieri Pasina ha rilasciato delle dichiarazioni: «Confermo di aver organizzato con un gruppo di amici la "spedizione" in alta quota per effettuare dei rilievi fotografici dei residuati bellici affiorati recentemente dal ghiacciaio. Ma nego fermamente che qualcuno di noi abbia riportato a valle anche una semplice vecchia pallottola. A questo punto chiedo alla magistratura trentina che i sei nomi vengano resi pubblici, almeno quelli dei due denunciati per possesso di materiale esplosivo, così sarà evidente che noi non c’entriamo nulla, e le polemiche si placheranno».
    A.C.

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