Paroli: nessun passo indietro

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    Ci sono state le critiche dell’opposizione, quelle dell’associazionismo cittadino e infine quelle, non meno aspre, del Vescovo Luciano Monari ma Adriano Paroli e la sua giunta non ha nessuna intenzione di modificare il provvedimento. Il sindaco ha ribadito la propria convinzione sul fatto che il bonus-bebè non sia discriminatorio durante la Commissione Servizi alla Persona dove è intervenuto assieme all’assessore Giorgio Maione. La maggioranza si è mostrata compatta e decisa ad andare avanti per la sua strada ma anche l’opposizione non ha mostrato segni di cedimento. Del Bono critica aspramente il provvedimento ritenendo il criterio della cittadinanza italiana per l’assegnazione del buono poco ragionevole rispetto ad esempio al criterio del reddito o della residenza; inoltre il bonus trasmetterebbe l’idea che non tutti i residenti a Brescia sono uguali quando ci sono di mezzo gli aiuti mentre invece lo sono quando si tratta di tasse e tariffe. Non meno critiche le parole di Donatella Albini, capogruppo della Sinistra Arcobaleno che parla di odiosissimo segnale discriminatorio, oltreché un’azione dagli scarsi benefici visto che con 1000 euro certo non si incentiva la natalità. Alcuni, Federico Manzoni e Beppe Ungari del Pd, vorrebbero che almeno il bonus fosse esteso ai cittadini dell’Unione Europea in modo da venire incontro ai tanti rumeni presenti in città. Franco Capra infine, ex assessore ai Servizi Sociali, smentisce le parole del sindaco che dice che al di là del bonus buona parte dei fondi sociali andrebbe agli immigrati: secondo Capra su 42 milioni spesi lo scorso anno solo un milione è stato destinato a progetti per gli immigrati contro ad esempio i 10 milioni nelle case di riposo e gli 8.7 per gli anziani.
    Tante voci contrarie ma Adriano Paroli tira dritto. Ciò che dice che lo sconcerta è il fatto che si critica un singolo provvedimento senza calarlo nel calderone degli aiuti elargiti dal comune. Il bonus-bebè è un segnale specifico, una risposta particolare ad un problema particolare, quello della bassa natalità tra le famiglie italiane, non quelle straniere residenti a Brescia. Il concetto per Paroli è chiaro: se si ragionasse come ragionano coloro che criticano il bonus allora sarebbe discriminatorio anche il fondo recentemente costituito di 340 mila euro a favore dell’alfabetizzazione delle mamme straniere. Un’apertura Paroli però la fa, seppur contro il parere di alcuni esponenti del suo partito come Giovanni Acri: si dice disponibile a inserire limiti di reddito per l’elargizione del bonus, senza però seguire il criterio dell’Isee.
    L’idea che ci può fare della faccenda è che la maggioranza sia davvero convinta della bontà del provvedimento e, Lega Nord in testa, non voglia arretrare di un millimetro rispetto da ciò che è stato promesso in campagna elettorale. Da questo punto di vista bisogna ammettere che c’è coerenza con le proprie idee e rispetto dell’elettorato.
    A.C.

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    1 COMMENT

    1. La giunta Paroli può girare e rigirare la frittata come gli pare, invero la scelta di non dare il bonus ai bambini stranieri è semplicemente una scelta razzista,punto. Sulla delicata materia degli immigrati stranieri la Giunta Paroli è prigioniera della politica intollerante e discriminatoria del leghista vice sindaco Rolfi. Ed è una politica miope e stupida,perché sta facendo crescere una generazione di immigrati, che lavorano e studiano in città e provincia,e che si sentiranno sempre esclusi dalla comunità in cui vivono. Lisciare il pelo agli attegiamenti più corrivi della popolazione italiana, contro la popolazione straniera è molto pericoloso,sarebbe meglio educarli – i nostri cittadini – invece che fomentarli.

    2. L’intervento del Vescovo Luciano mi ha dato grande gioia. In questi ultimi mesi, in città, si respira un brutto clima : gli immigrati sono visti come un morbo da isolare e debellare, un pericolo per la nostra sicurezza e per le nostre tradizioni. I Leghisti non hanno esitato a usare l’ "arma" della religione per difendere la nostra identità, diffondono l’idea che le nostre tradizioni religiose siano messe in pericolo dalla presenza degli stranieri. In qesto clima d’odio e di cattiveria, faceva pensare il silenzio dell’associaizonismo cattolico e della Curia… e invece il nostro Vescovo è intervenuto per riaffermare il Verbo di Gesù Cristo. Brescia non è una città qualsiasi… è la città di Papa Paolo VI, il Papà della CIVILTA DELL’AMORE, per cui Noi Cattolici Bresciani siamo chiamati a sperimentare in prima persona la virtù della Carità ! Questo non vuol dire che non servano provvedimenti per regolamentare i flussi e prevenire-reprimere gli illeciti… ma ciò non autorizza la criminalizzazione di interi popoli !

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