Industria, produzione in calo

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    Nel terzo trimestre del 2008, la produzione industriale delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato un forte calo dovuto non solo al rallentamento dell’attività in coincidenza con la chiusura delle fabbriche durante il mese di agosto, ma soprattutto al rafforzarsi dei segnali di crisi già percepiti nei mesi precedenti. Alla perdurante anemia delle componenti domestiche della domanda, si è infatti aggiunto il venir meno del sostegno della domanda estera, che aveva costituito nei precedenti trimestri il principale fattore di stimolo. In particolare, la marcata decelerazione nell’area europea ha inciso sulle vendite all’estero delle imprese bresciane, dal momento che quest’area rappresenta il più importante mercato di sbocco del “made in Brescia”. La fiducia delle imprese industriali appare in significativo ripiegamento, risentendo soprattutto di un appesantimento del portafoglio ordini sull’interno e sull’estero.

    Venendo ai dati, l’indice grezzo della produzione industriale ha registrato nel terzo trimestre una diminuzione del 5,03 per cento rispetto al trimestre precedente. L’indice destagionalizzato, cioè corretto per i giorni lavorativi, è calato invece dell’1,46 per cento rispetto al secondo trimestre che, a sua volta, aveva evidenziato una contrazione dell’1,92 per cento nei confronti dei primi tre mesi di quest’anno. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2008 la produzione è diminuita dell’1,37 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La tendenza alla contrazione dell’attività produttiva si va aggravando di trimestre in trimestre e sembra, al momento, senza soluzione di continuità. Infatti, le previsioni per l’ultima parte dell’anno sono improntate ad un’ulteriore flessione della produzione: se tali aspettative venissero confermate, come sembra molto probabile, avremmo tre trimestri consecutivi di calo delle produzione, fenomeno che, nell’ultimo decennio, si era verificato solo nel 2001.

    La disaggregazione dell’indice grezzo della produzione per classi dimensionali mostra una diminuzione della produzione nettamente superiore alla media nelle imprese medio-grandi (- 14,12%) e nelle grandi (- 11,40%); una diminuzione intorno alla media nelle medio-piccole (- 6,06%), nelle piccole (- 5,52%) e nelle maggiori (- 5,48%); un calo piuttosto limitato, invece, nelle micro imprese (- 0,95%).

    La disamina per settore evidenzia una flessione della produzione particolarmente consistente nei settori: metallurgico e siderurgico (- 9,58%), tessile (- 9,49%), materiali da costruzione ed estrattive (- 7,42%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (- 6,34%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (- 5,59%), legno e mobilio (- 5,16%). Variazioni comunque negative, ma meno pronunciate si sono evidenziate nei settori: maglie e calze (- 3,91%), carta e stampa (- 3,73%), agroalimentare e caseario (- 1,96%), chimico, gomma e plastica (- 1,82%). In controtendenza con l’andamento generale i settori abbigliamento (+ 4,93%) e calzaturiero (+ 0,75%).

    La diminuzione della produzione si è tradotta in un calo di 4,49 punti del tasso di utilizzazione della capacità produttiva, che ha portato l’utilizzo degli impianti ad una percentuale del 75,46 per cento rispetto al 79,95 per cento del trimestre precedente.

    Le vendite sul mercato interno sono diminuite per il 40 per cento delle imprese, aumentate per il 12 per cento e rimaste invariate per il 48 per cento.

    Le vendite sui mercati esteri hanno registrato una flessione più contenuta: quelle verso i Paesi dell’UE sono cresciute per il 16 per cento delle imprese, diminuite per il 28 per cento e rimaste stabili per il 56 per cento; quelle verso i Paesi extra UE sono aumentate per il 16 per cento delle aziende, diminuite per il 31 per cento e rimaste sul livello del trimestre precedente per il 53 per cento delle imprese.

    I consumi energetici, in sintonia con l’andamento della produzione, si sono ridotti del 4,51 per cento.

    Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità dall’83 per cento delle imprese, alte dal 13 per cento e basse dal 4 per cento.

    Le scorte di materie prime sono considerate normali dall’89 per cento delle aziende, alte dal 9 per cento e basse dal 2 per cento.

    I costi delle materie prime sono cresciuti per il 28 per cento delle imprese, rimasti stabili per il 64 per cento e diminuiti per l’8 per cento. I costi sono cresciuti mediamente dell’1,00 per cento.

    I prezzi di vendita dei prodotti sono stati aumentati dal 12 per cento delle aziende, il 73 per cento non li ha modificati e il 15 per cento li ha ridotti. La flessione media dei prezzi è stata dello 0,59 per cento.

    Il costo orario del lavoro è aumentato per il 25 per cento delle aziende, è rimasto stabile per il 73 per cento ed è diminuito per il restante 2 per cento.

    Gli investimenti effettuati nel trimestre sono aumentati per il 9 per cento delle imprese, rimasti stabili per il 70 per cento e diminuiti per il 21 per cento.

    PROSPETTIVE

    Le prospettive per il quarto trimestre del 2008 sono improntate a un’ulteriore flessione dell’attività produttiva.

    Infatti, la produzione è prevista in aumento solo dall’11 per cento delle imprese, stabile dal 56 per cento e in diminuzione dal 33 per cento. I settori con le aspettative più negative sono: abbigliamento, legno e mobili in legno, maglie e calze, metallurgico e siderurgico, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto. Deboli segnali di ripresa sono invece previsti dalle imprese dei comparti carta e stampa, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche.

    Le previsioni sull’andamento della produzione per classi dimensionali indicano un rallentamento consistente della produzione per le imprese micro, piccole, medio-piccole e maggiori.

    Gli ordini provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dal 9 per cento delle imprese, stabili dal 47 per cento e in diminuzione dal 44 per cento. Per quanto riguarda gli ordini dall’estero, quelli dai Paesi UE risultano in aumento per il 6 per cento delle aziende, in diminuzione per il 29 per cento e stabili per il 65 per cento; quelli dai Paesi extra UE sono in aumento per l’11 per cento delle imprese, in calo per il 28 per cento e stabili per il 61 per cento.

    La manodopera non dovrebbe variare per il 71 per cento delle aziende, aumentare per il 4 per cento e diminuire per il 25 per cento.

    Analisi settoriale

    Abbigliamento

    La produzione è aumentata del 4,9 per cento rispetto al secondo trimestre, al pari dei consumi energetici. Il tasso di utilizzo degli impianti è parallelamente cresciuto dal 77 per cento all’81 per cento.

    Le vendite sul mercato italiano e comunitario sono aumentate per il 58 per cento delle aziende, rimaste stabili per il 19 per cento e diminuite per il 23 per cento. Le vendite verso i Paesi extra comunitari sono rimaste invariate per il 9 per cento delle imprese, aumentate per il 58 per cento e diminuite per il 33 per cento.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 69 per cento delle aziende, con una variazione media del 3,45 per cento rispetto al secondo trimestre. I prezzi di vendita sono stati rivisti al ribasso dal 69 per cento delle imprese, con un decremento medio dello 10,09 per cento.

    Gli investimenti sono rimasti uguali a quelli del trimestre precedente per il 42 per cento delle aziende e diminuiti per il restante 58 per cento.

    Sia le scorte di materie prime che le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità dal 42 per cento delle imprese e elevate dal restante 58 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono molto positive: l’11 per cento delle imprese prevede di aumentare la produzione, il 58 per cento di diminuirla e il 31 per cento di mantenere gli attuali livelli produttivi. Gli ordinativi provenienti sia dal mercato nazionale sia da quello estero sono attesi stabili dal 31 per cento del campione e in calo dal restante 69 per cento.

    Agroalimentare e caseario

    La produzione ha registrato una diminuzione dell’1,96 per cento rispetto al secondo trimestre, mentre i consumi energetici sono diminuiti dell’1,38 per cento. Il tasso di utilizzo degli impianti è sceso dall’85 al 81 per cento.

    Le vendite sul mercato nazionale sono rimaste stabili per il 63 per cento delle imprese, aumentate per l’8 per cento e diminuite per il 29 per cento. Le vendite verso i Paesi UE non sono variate per il 79 per cento delle aziende, sono cresciute per il 12 per cento e diminuite per il 9 per cento. Le vendite verso i mercati extra UE sono aumentate per il 7 per cento, rimaste invariate per l’85 per cento e diminuite per l’8 per cento.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 22 per cento delle aziende, con un incremento medio dello 0,73 per cento. I prezzi di vendita sono stati rivisti al ribasso dal 48 per cento delle aziende, con una variazione media negativa dello 0,50 per cento.

    Gli investimenti sono rimasti costanti per il 92 per cento degli operatori e aumentati per il restante 8 per cento.

    Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute normali dalla quasi totalità del campione.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono piuttosto negative: il 78 per cento delle imprese prevede di non variare la produzione, l’8 per cento prevede di aumentarla e il 13 per cento di diminuirla. Le vendite in Italia sono previste stabili dal 27 per cento delle aziende, in aumento dall’8 per cento e in diminuzione dal 65 per cento; le vendite verso i Paesi esteri non dovrebbero subire variazioni sostanziali.

    Calzaturiero

    La produzione è aumentata dello 0,75 per cento rispetto al secondo trimestre, al pari dei consumi energetici. Il livello di utilizzo degli impianti si è stabilizzato intorno al 60 per cento.

    Le vendite sul mercato interno sono rimaste costanti per il 42 per cento degli operatori, aumentate per il 52 e diminuite per il restante 6 per cento. Le vendite verso i Paesi UE sono rimaste costanti per il 35 per cento, aumentate per il 52 e diminuite per il 13 per cento; quelle verso i Paesi extra UE sono diminuite per il 6 per cento, aumentate per il 18 e rimaste stabili per il 76 per cento.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 7 per cento delle aziende, con una variazione media dello 0,14 per cento. I prezzi di vendita sono stati rivisti al rialzo dal 35 per cento delle imprese, con un incremento medio dello 0,35 per cento.

    Gli investimenti sono rimasti invariati rispetto al trimestre precedente per il 58 per cento delle aziende, sono aumentati per il 35 per cento e diminuiti per il restante 7 per cento.

    Le scorte di materie prime sono ritenute adeguate dal 100 per cento delle aziende. Le giacenze di prodotti finiti sono giudicate normali dal 65 per cento delle imprese e basse dal restante 35 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono negative: il 69 per cento delle imprese prevede di non variare la produzione e il restante 31 per cento di ridurla. Gli ordinativi dal mercato nazionale sono previsti in calo dal 24 per cento delle aziende e stabili dal 76 per cento. Gli ordini dai Paesi esteri dovrebbero rimanere costanti per il 69 per cento delle aziende e diminuire per il 31 per cento.

    Carta e stampa

    La produzione ha registrato una diminuzione del 3,73 per cento rispetto al secondo trimestre e i consumi energetici sono scesi della stessa percentuale. Il tasso di utilizzo degli impianti si è attestato quindi intorno all’80 per cento.

    Le vendite sul mercato italiano sono diminuite per il 65 per cento degli operatori e rimaste stabili per il 35 per cento. Le vendite verso i mercati esteri si sono mantenute costanti per il 70 per cento delle aziende e diminuite per il rimanente 30 per cento.

    I costi delle materie prime sono diminuiti per il 14 per cento delle imprese, con un decremento medio dello 0,17 per cento. I prezzi di vendita sono stati rivisti al ribasso dal 57 per cento del campione, con una variazione negativa media dello 0,99 per cento.

    Gli investimenti nel trimestre sono cresciuti per il 21 per cento degli operatori, diminuiti per il 36 per cento e rimasti stabili per il restante 43 per cento.

    Le scorte di materie prime sono ritenute normali dal 100 per cento delle imprese; le giacenze di prodotti finiti sono giudicate alte dal 30 per cento e adeguate dal rimanente 70 per cento.

    Le previsioni per il quarto trimestre sono positive: la produzione è indicata in aumento dal 42 per cento del campione; stabile dal 44 per cento e in calo dal 14 per cento. Tuttavia gli ordini dal mercato nazionale ed estero sono attesi in forte calo: i primi infatti dovrebbero aumentare per il 21 per cento delle imprese, non subire variazioni per il 43 per cento e diminuire per il 36 per cento; i secondi sono previsti stabili dal 78 per cento delle imprese e in flessione dal 22 per cento.

    Chimico, gomma e plastica

    La produzione è diminuita dell’1,82 per cento, mentre i consumi energetici hanno subito una flessione dell’1,27 per ceto. Il tasso di utilizzo degli impianti si è portato intorno all’80 per cento.

    Le vendite sul mercato nazionale sono diminuite per il 40 per cento delle imprese, rimaste invariate per il 43 per cento e aumentate per il 17 per cento. Le vendite verso i Paesi UE sono rimaste stabili per il 65 per cento e diminuite per il 35 per cento; quelle verso i Paesi extra UE sono invece aumentate per il 17 per cento delle aziende, rimaste stabili per il 71 per cento e diminuite per il 12 per cento.

    Per quanto concerne gli investimenti, il 94 per cento degli operatori non li ha variati rispetto al trimestre precedente e il 6 per cento li ha diminuiti.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 48 per cento delle imprese, con un incremento medio del 2,89 per cento. I prezzi di vendita sono stati rivisti al rialzo dal 20 per cento delle imprese, con una variazione media dello 0,58 per cento.

    Le scorte di materie prime sono considerate adeguate dal 94 per cento degli operatori e basse dal 6 per cento. Le giacenze di prodotti finiti sono considerate adeguate dall’89 per cento delle aziende intervistate, basse dal rimanente 11 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono moderatamente negative: il 12 per cento degli imprenditori prevede il diminuire della produzione e l’88 per cento di non variarla. Per quanto riguarda gli ordinativi, quelli provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dall’8 per cento delle aziende, stabili dal 52 per cento e in diminuzione dal 40 per cento; quelli dai Paesi esteri sono attesi stabili dall’88 per cento degli operatori e in diminuzione dal restante 12 per cento.

    Legno e mobili in legno

    La produzione è diminuita del 5,16 per cento, al pari dei consumi energetici. Il livello di utilizzo degli impianti è contestualmente passato dal 78 per cento al 75 per cento.

    Le vendite sul mercato interno sono rimaste costanti per il 57 per cento degli operatori e diminuite per il restante 43 per cento. Le vendite verso i Paesi esteri sono rimaste stabili per il 91 per cento delle aziende e diminuite per il 9 per cento.

    Il livello degli investimenti non è variato per il 77 per cento delle aziende ed è diminuito per il rimanente 23 per cento.

    Le scorte di materie prime sono ritenute adeguate dall’86 per cento delle imprese e basse dal 14 per cento; le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate dal 72 per cento degli operatori e basse dal 28 per cento.

    I costi delle materie prime sono diminutivi per il 23 per cento delle imprese, con una variazione negativa media del 2,85 per cento; i prezzi di vendita sono stati rivisti al ribasso dal 18 per cento delle imprese con una variazione negativa media dello 0,53 per cento.

    Quanto alle prospettive per il quarto trimestre, il 62 per cento degli operatori ritiene di aumentare i livelli produttivi e il 38 per cento di non variarli. Gli ordinativi provenienti dal mercato interno sono dichiarati in diminuzione dal 61 per cento degli operatori e stabili dal 39 per cento. Quelli provenienti dai Paesi comunitari sono attesi stabili dal 76 per cento del campione e in flessione dal 24 per cento; quelli dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 7 per cento delle imprese, stabili dall’84 per cento e in diminuzione dal 9 per cento.

    Maglie e calze

    La produzione è calata del 3,91 per cento rispetto al secondo trimestre e i consumi energetici sono diminuiti della stessa misura. Il livello di utilizzo degli impianti si è attestato al 65 per cento.

    Le vendite sul mercato italiano sono diminuite per il 51 per cento delle imprese, rimaste stabili per il 31 per cento e aumentate per il 18 per cento; quelle verso i Paesi UE sono diminuite per il 6 per cento delle aziende e rimaste stabili per il 94 per cento; quelle verso i Paesi extra UE sono rimaste stabili per l’84 per cento degli operatori e diminuite per il restante 16 per cento.

    I costi delle materie prime e i prezzi di vendita dei prodotti sono rimasti invariati per il 100 per cento delle aziende.

    Gli investimenti non sono variati rispetto al trimestre precedente per il 58 per cento delle imprese e diminuiti per il restante 42 per cento.

    Sia le scorte di materie prime che le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle esigenze dal 94 per cento delle aziende e alte dal rimanente 6 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono negative: la produzione è prevista in aumento solo dal 6 per cento delle aziende, stabile dal 49 per cento e in diminuzione dal 45 per cento; gli ordinativi dal mercato nazionale sono indicati in diminuzione dal 45 per cento delle imprese, in crescita dal 6 per cento e stazionari dal 49 per cento. La domanda dai Paesi UE dovrebbe rimanere stabile per l’85 per cento delle imprese, aumentare per il 6 per cento e diminuire per il 9 per cento; quella dai Paesi extra UE dovrebbe rimanere stabile per il 91 per cento delle aziende e diminuire per il rimanente 9 per cento.

    Materiali da costruzione ed estrattive

    La produzione è calata del 7,42 per cento e i consumi energetici sono diminuiti del 6,7 per cento. Il livello di utilizzo degli impianti è sceso dal 63 al 58 per cento.

    Le vendite sul mercato italiano sono diminuite per il 59 per cento degli operatori e rimaste costanti per il 41 per cento. Le vendite verso i Paesi UE sono rimaste invariate per il 77 per cento delle imprese e diminuite per il rimanente 23 per cento; quelle verso i Paesi extra UE sono rimaste stabili per il 68 per cento delle aziende e diminuite per il restante 32 per cento.

    I costi di acquisto delle materie prime sono aumentati per il 9 per cento degli operatori, con un incremento medio dell’1,8 per cento. I prezzi di vendita sono stati ribassati dal 9 per cento delle aziende, con una variazione dello meno 0,90 per cento.

    Sia le scorte di materie prime sua le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate dal 100 per cento delle imprese.

    Gli investimenti hanno mantenuto il livello del trimestre precedente per il 73 per cento degli operatori e sono diminuiti per il rimanente 27 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono negative: il 23 per cento delle imprese prevede di diminuire la produzione, il 68 per cento di non variarla e il 9 per cento di aumentarla. Per quanto riguarda gli ordinativi, quelli provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dal 9 per cento delle aziende, stabili dal 77 per cento e in diminuzione dal 14 per cento; quelli provenienti dai Paesi UE sono previsti stabili dall’86 per cento delle imprese e in diminuzione dal 14 per cento; quelli provenienti dai Paesi extra UE sono previsti stabili dal 77 per cento delle aziende e in diminuzione dal rimanente 23 per cento.

    Metallurgico e siderurgico

    La produzione e i consumi energetici sono diminuiti, rispettivamente, del 9,58 per cento e dell’8,5 per cento. Il livello di utilizzo degli impianti è sceso dall’89 al 79 per cento.

    Le vendite sul mercato interno sono diminuite per il 46 per cento degli operatori e rimaste stabili per il rimanente 54 per cento. Le vendite verso i Paesi UE non sono variate per il 54 per cento delle imprese, sono diminuite per il 39 per cento e aumentate per il 7 per cento. Per quanto riguarda i mercati extra UE, il 35 per cento delle aziende ha ridotto le vendite, il 61 per cento non le ha variate e il 4 per cento le ha diminuite.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 13 per cento delle imprese, con un incremento medio dello 0,23 per cento. I prezzi di vendita sono stati aumentati dal 10 per cento delle aziende, con una variazione media dello 0,99 per cento.

     

    Gli investimenti sono rimasti costanti per l’80 per cento degli operatori e aumentati per il rimanente 20 per cento.

    Sia le scorte di materie prime che le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate dall’86 per cento delle aziende e basse dal rimanente 14 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono molto negative: solo il 7 per cento delle imprese prevede di aumentare i livelli di produzione raggiunti, il 41 per cento ritiene di mantenerli invariati e il 52 per cento di diminuirli. Gli ordinativi provenienti dal mercato interno sono attesi stabili dal 27 per cento degli imprenditori, in aumento dal 4 per cento e in diminuzione dal 69 per cento. Per quanto riguarda gli ordinativi dai Paesi UE, il 37 per cento delle aziende li prevede in diminuzione, il 59 per cento stabili e il 4 per cento in aumento. Gli ordini provenienti dai Paesi extra UE sono previsti in calo dal 27 per cento delle aziende e stabili dal 73 per cento.

    Meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche

    La produzione è diminuita del 5,59 per cento. I consumi energetici sono calati del 4,95 per cento, mentre il livello di utilizzo degli impianti è passato dall’89 all’80 per cento.

    Le vendite sul mercato interno sono calate per il 25 per cento delle imprese, rimaste costanti per il 62 per cento e aumentate per il 12 per cento. Sul mercato europeo le vendite non sono variate per il 56 per cento delle aziende, aumentate per il 17 e diminuite per il 27 per cento. Per quanto riguarda i mercati extra UE, le vendite si sono ridotte per il 27 per cento degli operatori, sono rimaste stabili per il 61 per cento e aumentate per il 12 per cento.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 33 per cento delle imprese, con un incremento medio del 2,16 per cento. I prezzi di vendita sono rimasti costanti per l’88 per cento delle aziende, con un aumento medio dello 0,25 per cento.

    Gli investimenti sono diminuiti per il 27 per cento delle aziende del campione, rimasti costanti per il 57 per cento e aumentati per il 16 per cento.

    Le previsioni per il quarto trimestre sono positive: il 33 per cento delle imprese prevede un aumento dei livelli produttivi, il 62 per cento ritiene di mantenerli costanti e il 5 per cento di diminuirli. Gli ordinativi provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dal 33 per cento degli operatori, stabili dal 62 per cento e in diminuzione dal 5 per cento. Gli ordinativi dai mercati comunitari sono previsti stabili per il 73 per cento delle imprese, in diminuzione per il 5 per cento e in aumento per il 22 per cento. Per quanto riguarda i mercati extracomunitari, gli ordini sono previsti in aumento dal 39 per cento delle aziende, stabili dal 56 per cento e in diminuzione dal 5 per cento.

    Meccanica tradizionale e mezzi di trasporto

    La produzione è calata del 6,34 per cento e i consumi energetici sono diminuiti del 5,69 per cento. Il livello di utilizzo degli impianti produttivi è passato dal 77 per cento del secondo trimestre al 73 per cento.

    Le vendite sul mercato interno sono diminuite per il 44 per cento degli operatori, rimaste stabili per il 51 per cento e aumentate per il 5 per cento. Sui mercati esteri, in particolare quelli europei, le vendite sono cresciute per il 15 per cento degli operatori, diminuite per il 37 per cento e rimaste invariate per il 48 per cento. Per quanto riguarda i mercati extra UE, le vendite sono rimaste stabili per il 30 per cento degli operatori, calate per il 48 per cento e aumentate per il 22 per cento.

     

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 26 per cento delle imprese, con un aumento medio dello 0,38 per cento. I prezzi di vendita sono stati rialzati dal 19 per cento delle aziende, con una variazione media dello 0,19 per cento.

    Gli investimenti sono rimasti sul livello del trimestre precedente per il 76 per cento delle imprese, diminuiti per il 18 per cento e aumentati per il 6 per cento.

    Le scorte di materie prime sono considerate adeguate dal 95 per cento delle aziende e alte dal 5 per cento. Le giacenze di prodotti finiti sono considerate adeguate alle esigenze dall’83 per cento delle imprese e alte dal rimanente 17 per cento.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono orientate ad un peggioramento della situazione: il 49 per cento delle imprese prevede infatti un calo della produzione e il 51 per cento nessuna variazione. Gli ordini dal mercato nazionale sono previsti in diminuzione dal 57 per cento delle aziende e costanti dal 43 per cento. Gli ordinativi provenienti dai Paesi UE sono invece previsti in ribasso dal 45 per cento delle imprese, in crescita dal 2 per cento e stazionari dal 53 per cento; quelli dai Paesi extra UE dovrebbero aumentare per il 9 per cento degli operatori, rimanere stabili per il 43 per cento e diminuire per il 48 per cento.

    Tessili

    La produzione è calata del 9,49 per cento e i consumi energetici sono diminuiti della stessa percentuale, mentre il livello di utilizzo degli impianti è passato dall’83 al 73 per cento.

    Le vendite sul mercato interno sono diminuite per il 76 per cento degli operatori, rimaste invariate per il 10 per cento e aumentate per il 14 per cento. Le vendite verso i mercati dei Paesi UE sono cresciute per il 14 per cento delle aziende, calate per il 19 per cento e rimaste stabili per il 67 per cento. Le vendite verso i Paesi extra UE sono rimaste invariate per il 79 per cento degli operatori e diminuite per il 21 per cento.

    I costi delle materie prime sono aumentati per il 17 per cento delle imprese, con un incremento medio dello 0,71 per cento. I prezzi di vendita sono rimasti costanti per il 100 per cento delle aziende.

    Rispetto al trimestre precedente, gli investimenti sono rimasti costanti per l’83 per cento delle imprese, diminuiti per il 10 per cento e aumentati per il 7 per cento.

    Le previsioni per il quarto trimestre sono di stabilità: infatti la produzione è prevista stazionaria dal 72 per cento delle imprese, in aumento e in diminuzione, rispettivamente, dal 14 per cento. Gli ordinativi dal mercato interno sono previsti stazionari dal 62 per cento delle aziende, in aumento dal 7 per cento e in calo dal 31 per cento. Gli ordini, sia dai Paesi UE che dai Paesi extra UE, sono invece ritenuti in crescita e in diminuzione, rispettivamente, dal 14 per cento delle imprese e stabili dal 72 per cento.

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