La questione si fa seria

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    Alla fine delle ferie natalizie, il 7 gennaio, circa 500 tra operai e tecnici impegnati nella realizzazione della futura metropolitana di Brescia potrebbero prolungare l’inattività entrando in cassa integrazione. Il rischio è concreto. La causa della situazione che si è creata è da ricercare nei contrasti tra Astaldi e Brescia Mobilità per quanto riguarda la realizzazione di due stazioni centrali della metropolitana, in piazza Vittoria e via San Faustino, dove i lavori sono fermi da novembre. Astaldi dice che il Ministero ha congelato l’erogazione di un contributo da 18 milioni di euro sino a che non viene chiarita la situazione di conflitto che si è creata. Già ma cosa riguarda lo scoglio sul quale si sono arenate le due società? Brescia Mobilità afferma che si i lavori si sono fermati a causa di una trattativa per la definizione dei rapporti con l’Ati (a cui Ansaldi si riferisce) nella gestione contrattuale dell’appalto; Ansaldi invece esibisce ai sindacalisti una lettera del Ministero e sostiene che per le stazioni del centro storico mancano le autorizzazioni a procedere della Soprintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici. Oggi dovrebbe essere il turno della replica di Brescia Mobilità, nel frattempo i giorni passano e le sigle sindacali bresciane per scongiurare un lungo fermo dei lavori, con le coseguenti difficoltà per gli operai, vorrebbero chiamare in causa un’autorità al di sopra delle parti per riconciliare i litiganti. L’idea è quella di chiedere che la Prefettura istituisca un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati: il Comune e Brescia Mobilità, Astaldi, la Soprintendenza e il Ministero dei Trasporti.

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