Omosessuali, non malati

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    Ce ne sono di destra e di sinistra, effeminati e non, colti e ignoranti, organizzati o schivi, ma comunque desiderosi di vivere la propria identità sessuale con riservatezza. Ce ne sono di ricchi, corteggiati dalla moda e scimmiottati dai “fashion victimes” e  di poveri, spesso discriminati nella vita di tutti i giorni. C’è chi ha scoperto di essere gay o lesbica da sempre e chi, invece, ha dovuto percorrere un cammino irto e doloroso per  conoscere se stesso. Gli omossessuali o le lesbiche non sono un blocco monolitico, accomunato dall’orientamento sessuale, ma un insieme di uomini e donne, ognuno con una propria storia. Ognuno con i propri problemi e disagi, ognuno protagonista di sconfitte e conquiste personali, differenti. Nell’universo gay coabitano percorsi diversi, tanti quanti sono gli individui che compongono un mondo dalle numerose biografie. Esattamente come per gli per gli eterossessuali e come questi ultimi non sono sono “malati”. Lo ha  decretato, ufficialmente, parecchi anni fa l’Osm, Organizzazione Mondiale della Sanità e ribadito, solo poche settimane, lo psichiatra Vittorino Andreoli sulle pagine dell’Avvenire”.

    Eppure a Brescia due associazioni organizzano corsi per “guarire” da questa malattia. Sia chiaro, mai nel volantino di presentazione dell’iniziativa, che sarà ospitata in alcuni locali di proprietà della Diocesi in via Benacense, è citata tale parola, ma basterebbe un viaggetto nei siti di “Living Water” e “Gruppo Lot Regina della Pace” ( gli organizzatori appunto) per farsi un’idea dell’approccio culturale di questi solerti terapeuti.

    Come si legge sulla home page “Living Waters é un programma sviluppato nel 1980 dal pastore Andy Comiskey, all’interno del suo ministero Desert Stream, che mira ad aiutare persone sofferenti a causa di problemi e ferite a livello emotivo, relazionale, sessuale e d’identità. Il ministero di guarigione di Desert Stream è attualmente presente in oltre 20 nazioni e presenta Gesù Cristo come l’unica risposta per l’umanità ferita”. Respiro internazionale, dunque, per la filosofia sposata dall’associazione protestante, mentre un gruppo di ex-omossessuali  italiani anima la mission di Gruppo Lot Regina della Pace”. Quali tipi di competenze abbiano in materia per affrontare temi delicati come il disagio emotivo e psichico, di qualunque natura esso sia, è tutto da dimostrare. In nessuno dei due siti appare qualche curriculum in grado di chiarire quanto meno i percorsi scientifici affrontati da persone che intendono affrontare ambiti dove in Italia è richiesta l’iscrizione ad appositi Albi.Ma anche limitando la riflessione al taglio spirituale delle proposte, diventa difficile collocare in tale classificazione testi come “ripristinare la vera femminilità” o “ripristinare la vera mascolinità”. E, ammesso che esista un vero uomo o una vera donna, anche il video presente sulla home page non depone a favore di quella cautela e prudenza doverose quando i temi coinvolti richiedono professionalità, delicatezza e rigore. Cristo quale unica via di salvezza per ogni problema dell’essere umano non rappresenta nemmeno l’insegnamento di tanti religiosi, impegnati in consultori, seminari o iniziative culturali dove la fede si accosta sempre alla competenza. Sono convinta che molti credenti, ben conoscendo la serietà della fede, non apprezzino una sua strumentalizzazione, riconoscendo i danni possibili in presenza di scorciatoie biginesche, invocate per alleviare qualsiasi ferita dell’animo o della psiche.Federica Papetti

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    1 COMMENT

    1. Sono perfettamente d’accordo con l’editoriale di Federica Papetti e non solo per la mia natura libertaria ma anche per l’impegno civico e legalitario con cui ho sempre affrontato la mia vita,personale e pubblica. La componente gay è presente in tutte le espressioni della natura e ne rappresenta una risorsa non indifferente non solo nel campo artistico e letterario. L’omosessualità è presente, di riffe e di raffe, dappertutto;basta guardare le cose senza pregiudizio ,cristianamente,nel senso evangelico; ma di questo ha già ben parlato FEDERICA PAPETTI.
      Certo non bisogna averne paure.Si deve aver paura,invece, d’ogni prevaricazione arbitraria ma questo è un problema bipartisan che ci tocca tutti “buoni” o “cattivi” che siamo.Il mondo cattolico deve darsi,pertanto, una calmata,specialmente in Italia e rispettare la legge; che è laica, per fortuna.
      Dice la presidente di Gay Project, IMMA BATTAGLIA: "Sa quanti erano etero E POI si sono dichiarati gay? erano infelici prima o dopo? Solo in Italia si può assistere a un livello così basso di ignorante provocazione .Per noi, essere gay significa essere felici."

      Si inorridisce,per la precisione,per una canzone,proposta per Sanremo, che fin dal titolo, Luca era gay, lasciava intendere che l’omosessualità può essere considerata una malattia, un incidente, una deviazione dal percorso dalla quale si può,secondo il testo,tornare indietro. E se a un uomo un altro uomo può dare l’amore, non sarà mai pari alla felicità che una donna saprà regalargli. Vogliamo solo ristabilire,continua la scatenata IMMACOLATA, la verità scientifica, perché fino ad oggi nessuno ce ne ha data l’opportunità. Io sono andato a Porta a porta – racconta poi Mancuso,un altro militante doc, e mi hanno fatto un’intervista di due minuti nel quale mi hanno massacrato, fatto passare per un poveretto. Non è questo il compitp del servizio pubblico di una nazione civile. Già,diciamo noi!…il Servizio pubblico!

      Cari amici di Bs-news.it, che dire di più. Di queste si discutesolo in Italia!: fino a farsi male.

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