Debutta con un convegno Made in Steel

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    La crisi? Una questione di macroeconomia. Così si potrebbe riassumere l’intervento  di Giacomo Vaciago, docente all’Università cattolica di  Milano, che ha aperto la terza edizione di Made in Steel. “Nel 2009 la produzione di acciaio registrerà un enorme rallentamento – ha precisato Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai – che per quanto riguarda l’Italia potrà sfiorare quota meno 24%”. E’ un viaggio negli abissi la cui origine, però, non risiede all’interno degli stabilimenti, ma nel sistema economico finanziario mondiale. Su Made in Steel soffia il vento dei numeri con il meno davanti, ma per Vaciago nessuno dovrebbe stupirsi. “Benvenuti nell’era della globalizzazione –  ha sottolineato il relatore – e  chi pensava che in un mondo globale i problemi degli altri non ci riguardassero è stato smentito proprio dai fatti”. Nella storia gli imperi le colonie sono sempre servite per attingere materie prime e in quel sistema sarebbe stato impensabile esportare attività produttive. La globalizzazione, invece, l’ha fatto. In tale prospettiva diventa paradigmatico il caso di Lenovo. La multinazionale cinese  operante in ambito Itt ha acquistato la produzione di IBM e con i profitti raggiunti  ha comperato titoli americani.”
    E in tutto questo scenario a chi toccheranno le maggiori sofferenze? “A chi è più globale”, spiega l’economista. Il professore non pronuncia la parola “strutturale”, perchè  a suo parere si tratta di un treno che s’è fermato. Poichè la locomotiva non ha subito guasti, è necessario solo rimetterela in moto. Non sono possibili, però, previsioni temporali sul periodo in cui riprenderà il viaggio. La fiducia, comunque, rimane l’ elemento determinante  che può segnare la ripresa.
    La rigorosa diagnosi non demolisce il pragmatismo lombardo e il presidente di Federacciai replica: “C’è chi dice che da una crisi se ne esce meglio. Io ho dei dubbi, di sicuro è meglio uscirne vivi.” In attesa che venti migliori tornino a soffiare, gli industriali hanno indicato la loro “lista della priorità”: infrastrutture, costo dell’energia, accesso al credito e snellimento della burocrazia.

    gbt.co   

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