Martinuz-Ungari sul bonus bebé

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In questi giorni è stato intenso il dibattito intorno al bonus bebè, soprattutto dopo la riflessione e il sapiente contributo del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari, alla quale sono seguite molte prese di posizione di autorevoli associazioni cattoliche, sindacali e dell’Associazione famiglie numerose.

Recentemente nella Commissione comunale Servizi alla persona il Sindaco di Brescia e l’Assessore competente hanno espresso le loro posizioni che in sostanza non cambiano rispetto alle indicazioni avanzate dalla giunta Paroli nei mesi scorsi.

Il bonus bebè, che vale 1000 euro per ogni nuovo nato, riguarderà i concepiti da cittadini italiani residenti a Brescia. Ancora una volta questa Giunta si dimostra pervicacemente incapace di dialogare e ascoltare le tante voci autorevoli che salgono dal territorio e prosegue per la sua strada.

La posizione del Partito Democratico in Loggia, da subito contraria all’erogazione del bonus bebè ai soli cittadini italiani residenti a Brescia, non è mai stata strumentale e lo testimoniano le riflessioni di questi giorni. Noi abbiamo chiesto semplicemente una maggiore attenzione per tutti i bambini, che nascono con uguali diritti. Noi abbiamo avanzato la proposta di erogare il bonus a tutti i bambini nati da famiglie residenti da alcuni anni nel nostro Comune, un limite massimo di reddito familiare e l’assenza di pendenze nei confronti del Comune o delle società ad esso collegate.

Un famiglia di cittadini stranieri che vive e lavora a Brescia da 4-5 anni ha pagato le tasse come tutti e non si capisce il motivo di questa discriminazione. Ci dice il Sindaco che siccome agli stranieri vengono erogati altri servizi, come l’alfabetizzazione nelle scuole, non è opportuno aiutarli anche quando un bambino nasce.Il ragionamento è privo di fondamento logico.

Una famiglia di cittadini stranieri che vive da alcuni anni a Brescia ed ha un figlio, magari il primo figlio, non avrà diritto ai 1000 euro perché un’altra famiglia, magari con 3 figli, è stata aiutata a scuola con i corsi di alfabetizzazione che tra l’altro… sono pagati con finanziamenti del Comune ma con contributi di altri enti. È come mettere insieme capra e cavoli. I bambini e i fanciulli sono il nostro futuro e non si può ragionare con tale superficialità. Non dobbiamo guardare solo all’oggi, ma al domani.

È evidente a tutti che non saranno 1000 euro a convincere i Bresciani ad avere più figli, ma possiamo essere certi, invece, che nella famiglia di genitori stranieri messa a subire questa scelta priva di razionalità e senso etico permarrà una ferita e una cicatrice non facile da rimarginare negli anni.Non crediamo neppure si possa dire che questa scelta nasca da una real politik; semmai nasce da una politica cinica, che parla alla pancia della gente, che ha un respiro corto e miope.

E’ la stessa politica cinica, forte con i deboli e debole con i forti che favorisce una cultura nella quale si generano comportamenti e fenomeni di razzismo e xenofobia che mai ci saremmo aspettati di vedere nel nostro Paese. Il Centrodestra ha sempre dichiarato e ostentato la fermezza nei confronti dei clandestini e dell’illegalità ma in questo caso, nel caso del bonus bebè, la stessa durezza sotto forma di indifferenza viene esercitata su cittadini Bresciani regolari che vivono, lavorano, contribuiscono alla crescita della nostra città, partecipano alla vita delle nostre comunità, ma che hanno il solo torto di essere stranieri.

Concludiamo queste riflessioni richiamando un ultimo aspetto. Il centrodestra ha vinto le elezioni in città e nel Paese facendosi paladino dei valori e delle radici cristiane ma gli atti e le scelte politiche di questi mesi (impronte digitali ai bambini rom, incapacità ad accettare qualsiasi tipo di critica politica come nel caso di quelle mosse da “Famiglia cristiana”, bonus bebè a Brescia, chiusura della biblioludoteca del Carmine) dimostrano che il cristianesimo è sbandierato più come una etichetta o utilizzato come un distintivo senza alcuna radice e coerenza.

L’applicazione del bonus bebè ne è una ulteriore prova e ci conferma che nel PDL, se qualche partito o movimento non avrà il coraggio di prendere le distanze dalla cultura leghista imperante, le radici cristiane alle quali dicono di richiamarsi affondano in un terreno ormai piuttosto arido e rischiano di morire.

Brescia, 16 ottobre 2008

I Consiglieri comunali del

Partito Democratico a Brescia:

Alberto Martinuz (Commissione Istruzione)

Giuseppe Ungari (Commissione Servizi alla Persona)

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