1 marzo sciopero generale

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    1 marzo 2010. Anche a Brescia come nel resto d\’Italia sarà la giornata dello sciopero degli imigrati. Una giornata di mobilitazione pacifica per far comprendere agli italiani l\’utilità, anzi l\’indispensabilità, dei lavoratori stranieri, spesso gli unici che si adattano allo svolgimento di lavori umili sì, ma dignitosi e, soprattutto, indispensabili affinché la nazione non si fermi.

    I promotori bresciani del comitato nazionale "Primo marzo 2010, una giornata senza di noi" sono Louise Bonzoni, Giovanna Benini, Daniela Nedelcu e Mamadou Lamine. Spiegano  che il Primo marzo non sarà un vero e proprio sciopero con astensione dal lavoro, sarà uno sciopero "giallo": i lavoratori indosseranno una fascia gialla e per tutta la giornata saranno invitati a non fare acquisti, a non usare i mezzi pubblici, a non entrare nei bar e nei ristoranti, a non usare il telefono, a non fare transizioni in banca e in posta. Una sorta di sciopero soft, certo diverso da quello profetizzato dal volume di Vladimiro Polchi "Blacks Out", editore Laterza. L\’autore ipotizza un vero e proprio sciopero generale, e in quel caso l\’Italia sarebbe davvero a terra.
    a.c.

    "20 marzo. Ore 00.01. È il caos, anzi la paralisi. I cantieri edili si fermano di colpo. Chiudono le fabbriche. Si raffreddano i forni a ciclo continuo nelle aziende di ceramica. Vuoti i mercati ortofrutticoli. Chiusi ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatena il panico: scompaiono badanti, colf e babysitter. È boom di ricoveri d’anziani e disabili negli ospedali. La sanità è in tilt. Si fermano i campionati di calcio, basket e pallavolo.Molte parrocchie restano senza preti. Tremano le casse dell’Inps. Nessuno se lo aspettava. “Blacks Out” – lo sciopero degli immigrati – avrebbe paralizzato il paese." (accedi al sito cliccando qui)

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