Una vicenda triste. 57 anni passati accanto alla donna che l’ha messo al mondo e poi un cuscino premuto sulla faccia, fino a toglierle l’ultimo respiro, per porre fine alle sofferenze che da tempo la tormentavano. Un gesto d’amore? Un assassinio? Non sta a noi decidere, per fortuna. Ciò che si può fare in casi come questo è cercare di capire la motivazione che ha portato un figlio a togliere la vita alla madre.
I fatti.
Intorno alle 9.40 di ieri mattina i Carabinieri della caserma di Desenzano hanno ricevuto la chiamata da parte di Marco Perotta, 57 anni residente ad Acquafredda e impiegato a Brescia. L’uomo al telefono ha confessato di avere soffocato con un cuscino la madre 87enne, che a letto si lamentava continuamente per i dolori. La donna era a casa in attesa di un nuovo ricovero, reso necessario dall’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Due giorni prima Irene Tebaldini era tornata a casa dall’ospedale di Cremona, ma già oggi avrebbe dovuto tornare in corsia. Il figlio Marco, rimasto solo a curare la madre dopo la morte del padre, viveva una situazione difficile, sempre a fianco della donna che necessitava di cure continue. E di attenzioni. Marco Perrotta ha provato in passato a chiedere aiuto al comune, ma nessuno ha potuto fare nulla.
I carabinieri sono giunti sul posto, nell’abitazione nel quartiere Nuovo Villaggio, al civico 7, quando ormai era troppo tardi. I sanitari hanno tentato di rianimare la donna, ma senza successo. I militari hanno accompagnato Marco Perrotta prima in caserma a Carpenedolo, per la deposizione, poi in Ospedale Civile a Brescia, reparto Psichiatria. L’uomo, triste e rammaricato ma ancora non perfettamente lucido, è piantonato a vista.
a.c.