“Brescia non merita quanto è accaduto oggi e nei giorni scorsi . In gioco non è solo la sorte dei cinque sulla gru che sognano una vita migliore e un lavoro come del resto tanti bresciani che non possono permetterselo perché impoveriti e in difficoltà, ma è in gioco una civile convivenza .
Quello che mi spaventa è l’assenza di una visione politica locale e nazionale capace di panificare la loro presenza e convivenza. Che ci piaccia o no, in questa città o Paese non stiamo più soli. Gli stranieri hanno continuato a insediarsi a Brescia al ritmo di 4.500 in più ogni due anni. La stessa media che c’era in passato.
Nessun potere determinato, nessun pugno d’acciaio potrà fermare questa migrazione non voluta. Bisogna prenderne atto.
Dobbiamo costruire la prospettiva di una società bresciana che riconosce e valorizza le differenze attraverso istituzioni che sappiano arginare i conflitti. Oggi siamo lontano da questo.
L’impressione poi è che dei cinque sulla gru interessi poco. Sono diventati simboli da contendersi da parte delle ideologie più estreme, territorio di scontro per le fortune politiche di altri.
L’area “movimentista” a sinistra che è potuta ritornare sul palcoscenico e riprendersi un ruolo, e una parte della destra che può finalmente esibire i muscoli.
A me e a molti altri interessa invece sapere se c’è un margine perché i cinque possano scendere dalla gru e, se hanno diritto come dichiarano, ricevere risposte.
Per questo , sono convinta, il Sindaco dovrebbe coinvolgere l’ordine degli avvocati attraverso il suo Presidente per chiedere che metta a disposizione i suoi migliori professionisti ( mi auguro vogliano prestare un servizio civico alla città) per valutare se esiste dal punto di vista legale una via d’uscita.
E’ chiaro che questo può avvenire solo se viene meno la mediazione di coloro che non hanno alcun interesse che la vicenda si chiuda positivamente e sia consentito, a coloro che hanno il compito delle soluzioni, di poter dialogare direttamente con i 5 che sono sulla gru.”