L’addio commosso di Beppe Iachini

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    Peccato. E’ la prima cosa che viene in mente a chi era presente ieri alla conferenza stampa di addio dell’ormai ex allenatore delle Rondinelle Beppe Iachini. Il mister ha voluto incontrare per l’ultima volta i giornalisti bresciani, per dare la sua versione dei fatti e salutare tutti, tracciando un bilancio della sua esperienza bresciana.

    Non un addio carico di risentimenti, semmai di rimpianti, di occasioni non sfruttate, piccoli episodi che avrebbero potuto cambiare il cammino della squadra in Serie A e invece rimarranno per sempre rubricati sotto la voce "sfortuna". Peccato dicevamo, peccato perché Iachini è una grande persona, schietta e sincera, benvoluta da pubblico e ultras (caso più unico che raro, se si esclude il maggico Carletto Mazzone), apprezzata dai giornlisti. Peccato perché si sarebbe meritato una salvezza tranquilla dopo la cavalcat-promozione dello scorso anno. Peccato perché pareva convivere bene sotto l’ombra del presidente Corioni, a parte la sfuriata dello scorso anno quando non colse la promozione diretta a Padova e fu costretto a ripartire dai play-off. peccato anche perché tutti i giocatori erano con lui, e sono ora sinceramente amareggiati per il finale di questa storia.

    In conferenza stampa Iachini ha detto che si sarebbe aspettato una ultima chance contro la Sampdoria in casa, non pensava certo di essere esonerato dopo una sconfitta in trasferta col Milan in testa alla classifica. Ha pagato, come ha detto Corioni, l’atteggiamento della squadra al Meazza. Troppo remissiva. 

    Peccato insomma. Ma nel calcio i risultati contano, e Iachini lo sa. Rimarrà immutata la stima che la città ha nei suoi confronti.
    a.c.

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