Carico radioattivo bloccato in Sardegna. Era partito tre giorni fa dall’Alfa Acciai

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Un carico radioattivo è stato bloccato ieri sera all’ingresso della fabbrica Portovesme Srl, nel Sulcis Iglesiente, in Sardegna. Tre tir container, che trasportavano circa 70 tonnellate di fumi d’acciaieria racchiusi in sacchi in similpelle – come riportano oggi i quotidiani sardi – erano partiti tre sere prima dall’Alfa Acciai di Brescia, e sono giunti in Sardegna dopo un viaggio in nave, passando indenni per i porti di Genova e Porto Torres.
Il carico è stato bloccato, come da prassi, all’ingresso della fabbrica per gli accertamenti. Nonostante le bolle di accompagnamento attestassero valori nulli di radioattività, i dispositivi radiometrici della Portovemse srl hanno rilevato livelli superiori alla norma. In particolare, è stata riscontrata una contaminazione da Cesio 137. Per scrupolo le verifiche sono state ripetute, ma i picchi riportati dai videoterminali del sistema di controllo non hanno modificato i valori iniziali ed è scattato l’allarme. Sono stati prelevati campioni dai tre mezzi e sottoposti ad analisi chimico-fisiche. Sul posto sono giunti i carabinieri del Noe e i tecnici dell’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che hanno inviato un rapporto informativo alla Procura della Repubblica di Cagliari.

«Lunedì mattina – ha detto Giorgio Tore direttore dell’ Arpas del Sulcis Iglesiente al quotidiano La Nuova Sardegna – si faranno ulteriori accertamenti con i tecnici di Alfa Acciai, ma mi preme affermare che si tratta di materiali con bassi tassi di radioattività». Gli ambienti sindacali sardi sono però in allarme e puntano il dito contro le istituzioni della penisola e sulla fabbrica di San Polo che hanno consentito che i tre carichi radioattivi potessero giungere a Portovesme senza alcun sospetto. «È un fatto gravissimo – ha commentato Francesco Carta della Cgil, sempre dalle pagine de La Nuova Sardegna – perché nessuno si è accorto, nella penisola, della pericolosità del carico. Spero che dietro questa spedizione non ci sia un complotto per danneggiare la Portovesme Srl. Se quel carico fosse passato indenne anche al cancello della fabbrica qualcuno avrebbe potuto mettere in conto che inviare sostante radioattive in Sardegna è un gioco da ragazzi».  

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1 COMMENT

  1. Ma come è possibile????? Ma all’ALFA ACCIAI non ci sono controlli????? Ma l’osservatorio del Comune di che cosa si occupa???? Noi cittadini di S. Polo come possiamo stare tranquilli quando succedono cose come queste?????

  2. Sappiamo ceh a S. Polo Pcb e diossine sono sopra la media cittadina. In ballo c’è una discarica di amianto. Poi ci sono tangenziale, autostrada, inceneritore. Ora spuntano le sostanze radioattive. Insomma, non ci facciamo mancare nulla. Peccato che a S. Polo non c’è una centralina per le polveri fini, altrimenti potremmo far registrare dei veri record mondiali!!! Ma tranquilli, l’assessore Vilardi qualche giorno fa ha detto che l’attenzione sulla zona è alta!!!

  3. all’alfa acciai ci sono super controlli in entrata ,ai forni, all’impianto fumi e in uscita.Tantè vero che i camion arrivati al porto di Genova e controllati non hanno segnalato nulla,come pure quando arrivati al porto di Porto torres,non cè stato nessun allarme,resta da capire come in quella azienda di Cagliari siano scattati gli allarmi.L’arpa e altri enti come pure i pompieri all’alfa non hanno trovato nulla .
    Tutti sono contro all’alfa acciai ,eppure dovrebbere essere contro a chi ha dato i permessi per costruire case intorno ad una acciaieria.Oppure chi ha preso casa vicino ad una azienda siderurgica.
    San Polo è tra autostrada e tangenziali.Questo è il vero inquinamento ,dalle auto esce piombo con conseguente alle malattie respiratorie.

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