Emergenza profughi a Lampedusa, in campo c’è anche la Caritas bresciana

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Il perdurare degli sbarchi di profughi sulle coste di Lampedusa, dove il numero degli stranieri supera ormai quello dei cittadini residenti, ha spinto il Governo, tramite il ministro dell’Interno Roberto Maroni, a raggiungere un accordo con le Regioni per l’accoglienza di un massimo di 50mila profughi.

 

Anche la Caritas, nelle sue articolazioni nazionali e diocesane, ha messo in campo le proprie risorse per far fronte al problema. “Caritas Italia, tramite il suo coordinamento immigrazione – afferma il diacono Giorgio Cotelli, direttore della Caritas bresciana – ha dato, prima ancora che il problema dell’arrivo dei profughi diventasse tanto urgente, la propria disponibilità nella ricerca di soluzioni praticabili”. Lo scorso 22 febbraio la Caritas italiana ha preso contatto con tutte le realtà diocesane per una verifica delle disponibilità ad accogliere i profughi sul territorio, nella previsione che il loro numero diventasse ingestibile sull’isola siciliana. “Brescia si è allertata – ha dichiarato Cotelli – e, pur non potendo contare su grandi risorse, ha comunicato la disponibilità ad accogliere da subito una trentina di profughi, con la possibilità di garantirne altri cinquanta”.

 

Nelle scorse settimane la Caritas diocesana è stata contattata dalla Prefettura per la partecipazione ad un apposito tavolo di lavoro. “In questa sede – ricorda il direttore – Caritas bresciana ha ribadito la stessa disponibilità. A oggi sono 93 le Caritas diocesane che hanno risposto positivamente, mettendo a disposizione più di 2500 posti destinati ad accogliere i profughi in fuga dal Nord Africa”.

Disponibilità che anche la Caritas italiana, tramite Oliviero Forti responsabile a livello nazionale del settore immigrazione, ha immediatamente trasmesso al ministero dell’Interno. “Secondo Forti, ad oggi, però (mercoledì 23 marzo, ndr.) – afferma Giorgio Cotelli – dal Viminale non è ancora giunto alcun tipo di riscontro. Indicazioni precise mancano anche in merito al tipo di intervento che sarà richiesto alla Caritas che accoglieranno i profughi. Sappiamo di dover garantire loro un pasto, un letto e un tetto sulla testa, – continua Cotelli – ma non sappiamo nulla sulla tipologia di profughi che potrà arrivare ne quale potrà essere il tipo di accompagnamento richiesto e soprattutto, in caso di numeri ingenti, su quali strutture potremo contare”.

 

Ma dove potranno essere ospitati a Brescia i profughi che le “saranno assegnati”? “Nella ricerca della disponibilità – risponde il dicono Cotelli – ho fatto riferimento alla rete capillare delle Caritas parrocchiali. Pur avendo difficoltà a immaginare oggi dove e queste persone saranno fisicamente accolte, posso assicurare che non saranno accolte in un unico grande centro. È ipotizzabile invece una distribuzione capillare sul territorio diocesano dei profughi che arriveranno a Brescia”.

La disponibilità messa sul tavolo dalla Caritas bresciana non sarà, purtroppo, senza conseguenze. “Garantire un aiuto a quella che è realmente l’emergenza di questo tempo – conclude Cotelli – ci costringerà a rivedere quelle che sono le nostre azioni sul territorio perché le nostre risorse non sono illimitate. Abbiamo, comunque, piena fiducia nell’opera di coordinamento che Caritas Italia ha dichiarato di volere assumere nella gestione di una parte considerevole di questa tragica emergenza umanitaria”.

 

Caritas Diocesana Brescia, infine, lancia un appello per una raccolta fondi a sostegno di quanto già messo in campo dalla rete internazionale Caritas.

 

Per sostenere gli interventi in corso (causale “Emergenza Nord Africa 2011″)

1.c/c postale n° 10510253 intestato a Caritas Bresciana

2.c/c bancario intestato a Diocesi di Brescia – Ufficio Caritas presso UBI Banco di Brescia – agenzia 5, IBAN: IT 12 K 03500 11205 000000007051

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