La maledizione del piano regolatore

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Alessandro Benevolo
Alessandro Benevolo

di Alessandro Benevolo – Brescia si appresta per la quarta volta consecutiva a varare un piano regolatore senza momenti di discussione e confronto con la città. E’ di questi giorni la notizia che la Giunta ha calendarizzato negli ultimi giorni di luglio un paio di sedute del Consiglio Comunale da dedicarsi all’adozione del nuovo Piano di Governo del Territorio.

Un piano che arriva “alla chetichella” ha un illustre precedente negli anni ’70 quando Bazoli e Benevolo (quello anziano), per affrettare i tempi, decisero di rinunciare a preparare un nuovo piano accontentandosi di procedere per aggiunte e sottrazioni al piano preesistente; è successo con Bernardo Secchi nel 1998 con la precipitosa adozione di un piano che aveva conosciuto momenti di diffusione e dibattito solo nella fase di raccolta delle conoscenze; è successo ancora con il piano vigente definitivamente approvato nell’indifferenza generale nel 2004 sulle ceneri di quello del 1998 diffondendo la falsa notizia che si trattasse di una riedizione del precedente.

Sta succedendo nuovamente con il Piano di Governo del Territorio dopo la brusca interruzione di un anno fa dei focus di discussione. (Questi focus, per la verità, non hanno a suo tempo consentito di discutere niente visto che si trattava di incontri nei quali l’amministrazione comunale, nella migliore delle ipotesi, sciorinava i dati di partenza). Da allora gli uffici comunali sono potuti andare avanti senza sia dato capire in quale misura aiutati dal consulente prof. Karrer e dal precedente tentativo di costruire un Piano effettuato da Venturini nello scorso mandato amministrativo.

Il Partito Democratico, ora al riparo da incarichi di governo amministrativo, ha avviato nel frattempo una serie di incontri con le forze economiche, imprenditoriali e sociali della città allo scopo di produrre un documento minimamente fondato per delineare una propria strategia in campo urbanistico e per offrire un contributo alla stesura del Piano. Un’operazione seria, condotta però probabilmente fuori tempo massimo che riuscirà forse nel primo dei due intenti.

Avremo a breve, sembra, un Piano corrispondendo ad un obbligo regionale continuamente prorogato. Non possiamo sapere come sarà, ma sappiamo che emergerà senza un’analisi dei bisogni, senza comparazione di soluzioni alternative, senza un ascolto della città, senza un’identità futura verso cui tendere.

Tutto questo non sembra allarmare. Si resta stupiti nel vedere una città come Brescia, da sempre additata in Lombardia e in Italia come modello amministrativo, dinamica e in tumultuosa trasformazione, rassegnata alla mediocrità, con scarsa consapevolezza di sé e del proprio passato e senza curiosità del possibile futuro.

Alessandro Benevolo

 

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1 COMMENT

  1. Considerazioni condivisibili. Solo un appunto: non credo che la rassegnazione alla mediocrità, la poca curiosità del possibile futuro e la scarsa consapevolezza di sé (all’interno del mondo) siano caratteristica solo bresciana. Temo il problema sia diffuso in buona parte d’Italia.

  2. Il fatto che sia un male comune non consola affatto. Si è letto sul GdB di questi giorni un interessante dibattito sul ruolo delle civiche, innescato da Francesco Onofri. ecco, sotto la guida di persone come Onofri penso che si possa ritrovare un pò dello spirito che ha animato Brescia in tempi migliori degli attuali, dominati dai Labopulman e dall’ignoranza al potere

  3. Credo che in democrazia i provvedimenti tipo i Prg devono sempre essere apertissimi, per evitare che una maggioranza qualsiasi possa piegarli ai propri interessi o a quelli delle lobby…. Per raggiungere questi obiettivi vedo una sola soluzione: va fissata una sorta di costituzione urbanistica….

  4. Questo Pd certamente sta facendo sforzi importanti. Ha imboccato la strada giusta del confronto aperto con la società civile. Anche la Giunta affronti il percorso, senz’altro più complicato ma il più utile alla città, di confrontarsi con tutte le forze produttive, culturali e sociali presenti nel tessuto bresciano. Da un lavoro di questo tipo ne guadagnerebbe l’intera nostra comunità

  5. Grazie a Bsnews e a Benevolo: stanno aprendo delle discussioni su temi veri e ormai fanno più dibattito loro dei grandi nomi o dei grandi giornali………….

  6. Rileggo dopo parecchio tempo questo articolo. In particolare condivido la valutazione su Brescia "rassegnata alla mediocrità", incerto se questa rassegnazione proceda da Brescia all’Amministrazione comunale o viceversa

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