Tra vecchio e nuovo (Via Corsica, Via Dalmazia)

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di Bruno Forza – Se il centro storico fosse la stella madre del sistema urbanistico cittadino, via Corsica sarebbe uno dei suoi raggi principali. La via dedicata all’isola francese si stacca geograficamente dal ring per dare vita ad un’area che comprende via Dalmazia e il quartiere Don Bosco in un rettangolo che costituisce una delle zone più rappresentative della città, in cui il vecchio si unisce al nuovo. Partendo da piazzale Repubblica e imboccando via Corsica le costruzioni cambiano volto, ma lo stile di vita resta quello del ring, con un traffico veicolare intenso arricchito dalla presenza di numerosi pedoni, soprattutto stranieri. Si vive ancora alla vecchia maniera. Ci sono attività commerciali storiche, i negozianti si conoscono tra loro come compagni di banco e la gente del posto non si è ancora adattata alla rivoluzione dei centri commerciali. Qui si vive la strada immergendosi nei suoi rumori assordanti e la si calpesta spalla a spalla sui marciapiedi. La frenesia quotidiana diventa socializzazione tra le mura dell’oratorio Don Bosco, dove lo sport raduna quotidianamente una gioventù in crescita, vero sale di una zona della città con più teste grigie che colorate. La nascita di nuove strutture abitative sta portando una ventata di freschezza, così come la sempre più massiccia presenza di immigrati. Superando il sagrato della chiesa dei salesiani ci si imbatte nell’ingresso degli ex magazzini generali Borghetto, un’area di oltre 100 mila metri quadrati abbandonata da tempo, dove sono appena iniziati i lavori per dare vita ad un progetto, il nuovo quartiere Borgo San Nazzaro, che darà un nuovo volto ad un pezzo di Brescia. Il disegno porta la firma di Daniel Libeskind, architetto statunitense di origine polacca che ha lavorato alla riprogettazione di Ground Zero a New York. Nei piani dell’attuale amministrazione ci sono la realizzazione della sede unica degli uffici comunali, ma anche la nascita di strutture residenziali e commerciali in un mix di modernità e verde pubblico. In questa visione futuristica che dovrebbe diventare realtà nel giro di un paio d’anni, via Dalmazia continuerà a costituire una delle arterie principali della viabilità cittadina, resa più fluida – si spera – dalla creazione di una nuova bretella di collegamento con l’autostrada, e arricchita dal ripristino di una pagina tratta dall’album dei ricordi, quella relativa alla linea ferroviaria della piccola velocità, destinata al trasporto merci su rotaia. Gli intoppi logistici e burocratici sembrano ormai alle spalle e la ruggine pare destinata a lasciar spazio a una sapiente innovazione.

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