Dall’inizio dell’anno nelle fabbriche della FIAT, e quindi anche dell’IVECO di Brescia, un grande sindacato come la FIOM-CGIL non è più rappresentato nelle Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSA), non avendo sottoscritto il nuovo contratto nazionale di categoria, stipulato a seguito dell’uscita di FIAT da Confindustria. La segreteria provinciale del Partito Democratico ritiene che questa situazione vada rapidamente superata, in quanto non è accettabile che sia estromesso dalle aziende un sindacato, qualunque esso sia, per il fatto di non sottoscrivere un contratto. Non è in questione la condivisione o meno delle posizioni della FIOM. In questione è la democrazia nei luoghi di lavoro. Non è ammissibile che il segretario nazionale di un sindacato, come è accaduto pochi giorni fa a Landini all’IVECO, sia costretto a parlare ai lavoratori fuori dalla fabbrica. Relazioni sindacali corrette non possono basarsi sulla discriminazione. A livello parlamentare il PD, per dare uno sbocco positivo alla questione, ha presentato, a firma, tra gli altri, di Cesare Damiano, un disegno di legge per ripristinare il testo originario dell’art. 19 dello Statuto dei lavoratori, che consentirebbe il rientro in azienda di tutti i sindacati maggiormente rappresentativi, indipendentemente dal fatto che siano firmatari o no dei contratti. E’ questa la strada maestra perché in FIAT siano ripristinate relazioni sindacali non discriminatorie.
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