Sono ben 7.410 i lavoratori messi in mobilità, ovvero licenziati, a gennaio 2012. Un numero mai raggiunto in passato e in forte aumento. Nella sola provincia di Brescia sono stati 1.239.
E’ quanto emerge dalle elaborazioni condotte dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati delle liste pubbliche provinciali e regionali. In questi tre anni di crisi il numero di licenziati ogni mese è viaggiato attorno alle 4-5mila unità. Erano ad esempio 5.994 nello stesso mese dello scorso anno e 3.817 lo scorso dicembre. E’ un dato variabile, ma che si è sempre tenuto su una media stabile.
L’aumento rilevato a fine gennaio lascia intravvedere un 2012 di dura crisi occupazionale per molti lavoratori. Ad aggravare la situazione è il fatto che l’incremento più sensibile si registra tra i lavoratori delle piccolissime aziende o dei settori deboli (+ 29,3% rispetto a a fine gennaio 2011), coperti solo dopo il licenziamento da 8 mesi massimi di disoccupazione ordinaria e non dai 2 o 3 anni di indennità di mobilità come avviene nell’industria.
“La Cisl chiede alla Regione Lombardia di accelerare l’estensione delle doti di ricollocazione per chi è licenziato concordata a dicembre con i sindacati – ha dichiarato il Segretario regionale Gigi Petteni – mentre alle parti sociali nazionali diciamo che questi dati ci danno un motivo in più per cambiare e non conservare le regole di un mercato del lavoro vecchio e che non ci aiuta più. E’ assurdo che due-terzi dei licenziati non abbiano sostegni degni di questo nome, così com’è altrettanto assurdo che in questo Paese si continui a pensare che occorra più facilità sui licenziamenti. Più occupati e meno licenziati deve essere lo slogan per chi vuole davvero riformare il mercato del lavoro”.