Centrale del Latte, il sindaco Paroli: “Venderemo solo se costretti”

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“L’intenzione è quella di non vendere ma se saremo costretti a farlo sarà solo per una quota di minoranza”. Lo ha detto il Sindaco di Brescia, Adriano Paroli, incontrando i sindacati che gli hanno manifestato le preoccupazioni dei lavoratori sul futuro della Centrale del Latte. Un faccia a faccia quello avvenuto in Palazzo Loggia, chiesto dai Segretari generali della Fai Cisl e Flai Cgil che nei giorni scorsi avevano sottolineato la necessità di fare chiarezza sulle intenzioni del Comune visto che nel bilancio previsionale del 2012 è stata formalmente inserita la vendita di quote della Centrale. All’incontro erano presenti anche le Rsu aziendali e i Segretari generali di Cisl e Cgil.

LE PAROLE DEL SINDACO
Paroli ha detto che la Centrale del Latte è un gioiello, sia per i risultati economici, sia per quello che offre al territorio: la garanzia, cioè, di qualità e di controllo avendo come fornitori i produttori locali. Vendere quote dell’azienda è dunque l’ultima delle opzioni che il Comune intende esercitare, e lo farà solo se i conti del bilancio comunale (si capirà probabilmente a metà anno) dovessero ulteriormente peggiorare.

TORRI (CISL): INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE
“Abbiamo constatato una visione comune dell´azienda – ha detto il Segretario generale della Cisl Enzo Torri al termine dell’incontro – Il Sindaco ha detto che vendere non è il primo obiettivo, ma se l´eventualità dovesse esserci abbiamo posto alcune condizioni: vogliamo che il Comune mantenga la maggioranza e essere informati per tempo su quali sono i potenziali acquirenti; vogliamo che si salvaguardi l´occupazione, la filiera, il legame con i produttori locali e il sito produttivo”. Attualmente i dipendenti della Centrale del Latte sono un centinaio e una cinquanta i cosiddetti ‘padroncini’ che fanno la consegna giornaliera dei prodotti sul territorio.

UN MARCHIO CHE FA GOLA
Che l’azienda comunale faccia gola a molti grandi gruppi del settore non è un mistero per nessuno – hanno spiegato Daniele Cavalleri (Fai Cisl) e Giancarlo Venturini (Flai Cgil) – e il rischio è che nell’eventualità della cessione di quote societarie si facciano avanti imprenditori che non hanno bisogno del sito produttivo ma del marchio Centrale del Latte, con un´idea di business molto diversa da quella attuale, che prescinde dal territorio e dalla filiera locale.

TUTTO DIPENDE DALLA DECISIONE DELLA CORTE DEI CONTI…
L´azienda è in perfetta salute ma è l´unica totalmente in mano pubblica e a questo punto bisogna capire se la Corte dei Conti darà riconoscerà alla Centrale il ruolo di partecipazione strategica, il solo che consentirebbe al Comune di non essere costretto alla compartecipazione azionaria.

MA SE IL COMUNE FOSSE COSTRETTO A VENDERE
“Certo è – ha concluso il Segretario generale della Cisl – che se mai si dovesse arrivare a fare ciò che nessuno vuole, noi chiediamo al Comune che i ricavi della vendita siano destinati a politiche di sostegno delle fasce più deboli della popolazione”.

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