Al Vittoriale un week end di iniziative per il 74esimo dalla morte del Vate

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Dopo il Progetto Gioconda in collaborazione con i RIS e l’Università di Cagliari, di cui il mese scorso a Roma sono stati presentati alla stampa i rivoluzionari risultati nello studio dei manoscritti tramite le più moderne tecnologie investigative, al Vittoriale si torna a rendere omaggio al Vate, nel settantaquattresimo anniversario della morte.

Si inizia venerdì 2 marzo alle ore 9.00 con la giornata di studi “Per una politica della lingua”, pensata e proposta dall’onorevole Paola Frassinetti, promotrice di una legge per la salvaguardia dell’italiano, il professor Lucio D’Arcangelo e dal presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, che apriranno la tavola rotonda per discutere di un’auspicata coscienza politica della lingua e di una politica linguistica. La nostra è diventata una lingua di massa, fragile nella grammatica, minacciata dall’inglese dilagante, mutata fin nella sintassi dal linguaggio tachigrafico degli sms e dal gergo internautico. Per difenderla occorre un progetto pilota di cui soltanto un organo governativo può farsi carico, in un dialogo costruttivo tra politica e cultura. “E’ una tematica quanto mai attuale – commenta Giordano Bruno Guerri – di cui è giusto parlare nella dimora del Vate, che cesellò versi sapienti ma fu anche uomo di lettere sempre all’avanguardia e seppe difendere l’italiano facendone il sigillo di un’identità nazionale”. E’ a lui che dobbiamo tante locuzioni entrate ormai nel nostro lessico familiare; è grazie a d’Annunzio se oggi parliamo di “beni culturali”, se sappiamo che la parola automobile è di genere femminile e se disponiamo di un termine, “tramezzino”, che ci difenda dalla barbara invasione del sandwich e dell’inglese.

Oltre ai tre ideatori, al convegno parteciperanno Giorgio Zanetti, che parlerà sul tema “Con d’Annunzio nel thesaurus della lingua”, Massimo Arcangeli, con un intervento su “La politica linguistica nella storia dell’italiano”, Carla Marcato, che parlerà di “Lingua italiana e dialetti”, Barbara Turchetta, a proposito de “L’Italia delle minoranze”. Nel pomeriggio sarà la volta di Claudio Giovanardi, “Come se la cava la nostra lingua nel mondo?”, Osvaldo Duilio Rossi, “Gerarchie linguistiche e scelte politiche ed economiche in Europa”, Michele Cortelazzo, “Un ‘codice di polizia grammaticale’ per il diritto e la pubblica amministrazione?”, Renato Befana, “Il politichese ovvero l’importanza di non spiegarsi” e, in chiusura, Francesco Lucioli, “I dubbi sull’italiano nell’epoca di internet”.

“La dolcezza dell’amicizia” verrà celebrata invece sabato 3 marzo. Prendendo a prestito il titolo da un passo delle Faville (‘La sorte ha voluto che io provassi la dolcezza dell’amicizia assai prima che quella dell’amore’), il Vittoriale presenterà alcune importanti acquisizioni: una su tutte, l’acquisto dell’inedito carteggio d’Annunzio-Di Rudinì, avvenuto da parte della Fondazione Il Vittoriale all’asta di Bloomsbury grazie anche al fondamentale contributo dell’Assessorato al Turismo e alle Attività e Beni Culturali della Provincia di Brescia e dell’Associazione Amici dei Musei di Brescia. Il carteggio è composto da 147 lettere, 7 telegrammi e 2 cartoline postali di d’Annunzio ad Alessandra Carlotti di Rudinì Starabba, riferiti al periodo della relazione amorosa tra i due, dal 1903 al 1907, fino a oggi completamente inediti. Custodito dalla famiglia del dottor Pietro Marogna, che ebbe in cura i figli della marchesa Carlotti di Rudinì e da loro lo ricevette in dono, il corpus va così ad aggiungersi al recente recupero delle lettere di Alessandra a Gabriele, completando un carteggio prezioso per la conoscenza del Poeta. Nel corso del 2012 il rapporto d’Annuzio-Carlotti verrà presentato in una monografia della nuova collana l’Officina del Vittoriale che, già pronta per le stampe, è stata fermata per includere questa interessantissima parte rimasta per più di un secolo sconosciuta agli studiosi di d’Annunzio.

Nel gennaio del 1931 in un silenzioso monastero si spegneva, in odore di santità, la reverenda Madre Marie de Jesus, al secolo Alessandra Starabba dei marchesi di Rudinì, vedova marchesa Carlotti. In realtà non solo un’anonima suora carmelitana: agli inizi del secolo la donna era stata una delle amanti più enigmatiche di Gabriele d’Annunzio, che per lei lasciò nientemeno che l’attrice Eleonora Duse. D’Annunzio, ormai 68enne, appresa da un ritaglio di giornale la notizia della morte della sua antica fiamma, commentò “Era una donna discesa dal cielo per mostrare un miracolo alla terra”. Ma Alessandra fu più di un miracolo laico per d’Annunzio. Quando la conobbe, nel 1903, era una donna inquieta, libera e ribelle, appena ventisettenne ma già vedova da tre anni, con due figli a carico. Alessandra e Gabriele si incontrarono la prima volta il 26 maggio del 1903 a Milano. Il suo giudizio su d’Annunzio, prima di conoscerlo, era decisamente negativo: lo considerava un cinico, immorale e corruttore. E anche all’incontro successivo, nell’autunno dello stesso anno a Roma, Alessandra si mostrò in tutta la sua bellezza altera e schiva. Il che dovette piacere oltremodo a d’Annunzio, non aduso a plateali rifiuti e resistenze. Il suo ascendente era irresistibile, sarebbe stata solo questione di tempo e l’amazzone Alessandra avrebbe inevitabilmente ceduto. Il colpo di fulmine avvenne nell’ottobre del 1903, alle nozze del fratello di Alessandra, cui Gabriele faceva da testimone. L’algida bellezza di lei, il suo portamento altero, la sua chioma fluente erano quanto di più distante dalla fisicità di Gabriele: ma lui aveva altre armi di seduzione e l’eloquio finì per colpire nel segno. Alessandra capitolerà un mese dopo, a Milano. Nike, Vittoria, la chiamerà d’Annunzio per la sua bellezza e il suo corpo statuari. Per d’Annunzio lei abbandonò la famiglia, i figli, si scontrò con il padre e la morale del tempo.

Perdonami, cara amica Alessandra. Brucio due lettere folli che vi avevo scritte, le brucio con due granelli d’incenso. La stanchezza dopo uno sforzo cerebrale durato molti mesi, la natività di un sentimento così nuovo, la malinconia del tempo, la serenità della solitudine pongono il mio spirito in uno stato indicibile d’ebrezza tormentosa. E non voglio troppo turbarvi. Brucio le parole: fiamma nella fiamma.

Lettera di Gabriele d’Annunzio ad Alessandra

Amico mio, ho la mente, il cuore, i sensi pieni di voi. Mi avete rivelato l’amore. Tutto di voi mi piace, e vi vorrei vicino con inquietudine. Arrivederci, arrivederci presto

Lettera di Alessandra A Gabriele

Il carteggio non è la sola nuova acquisizione per la Fondazione di Gardone Riviera. A soli tre mesi dall’arrivo dell’Obelisco di Arnaldo Pomodoro, altra bellezza viene donata al Vittoriale, alimentando il circolo virtuoso dell’ “Io ho quel che ho donato”: verranno presentati infatti i nuovi dipinti dei pittori Pablo Echaurren, con un grandioso “Trionfo della morte”, e Antonella Cinelli, l’opera di Giulio Tamburrini donata da Paola Sorge e nuovi cimeli dannunziani donati da Franco Vito Stefanoni.

In Forse che sì forse che no il Vate scriveva gli elogi di ‘una grande amicizia militante’. “In questo anniversario della sua morte – sottolinea il presidente Guerri – la Fondazione chiama a raccolta l’‘amicizia militante’ di tanti Italiani, che da lui hanno ricevuto in dono il Vittoriale e attorno al Vittoriale si riuniscono, accomunati dall’impegno appassionato di custodia del bello e del colto”.

E’ questo lo spirito con cui, sul modello dei più dinamici Musei di tutto il mondo, nasce l’Associazione Amici del Vittoriale: un’occasione per vivere sempre più da protagonisti la vita pulsante del Vittoriale, sostenerne l’attività e i progetti, condividere l’orgoglio di contribuire a un’opera di mecenatismo collettivo, diventarne ospiti privilegiati e godere di tanti vantaggi. Ciascun socio potrà scegliere il diverso livello di coinvolgimento finanziario, a partire dalla sottoscrizione della tessera base al costo di € 20. Con cui per il 2012 avrà diritto, tanto per cominciare, all’ingresso gratuito alla cittadella monumentale (Parco e Prioria) in un giorno riservato ai soci. Ma, soprattutto, contribuirà a sostenere l’acquisto di un altro importantissimo documento dannunziano, già individuato.

Tutto questo alle soglie di un compleanno importante: nel 2013, i 150 anni di Gabriele d’Annunzio, nato a Pescara nel 1863. Per l’occasione la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani realizzerà una serie di importanti progetti internazionali, per promuovere e valorizzare lo spirito fervente di un genio che, anche grazie alla sua lungimiranza, al respiro internazionale e all’amore per l’Italia, seppe imprimere un sigillo di modernità alla storia del nostro Paese. Le prime anticipazioni verranno date sabato 3 marzo dal presidente Guerri, che presenterà il logo ufficiale dei 150 anni.

Verrà inoltre presentato il logo della Fondazione dei Gemellaggi dannunziani, subentrata all’omonima Associazione per creare un circuito virtuoso, culturale ed economico, tra i luoghi che furono diversamente testimoni della personalità vulcanica e dell’eclettismo dannunziani.

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