Le feste di partito si spostano in via Borgosatollo. Ma in Loggia è di scena il “circo”

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Quando il Consiglio comunale ha iniziato a discutere il “Regolamento per l’installazione e l’esercizio di attività di spettacolo viaggiante presso aree comunali”, in Loggia, è scattato letteralmente “il circo”. In apertura di discussione, infatti, il capogruppo della Lega Nicola Gallizioli ha proposto di modificare il testo in modo da garantire – per l’area di via Borgosatollo – una finestra riservata alle feste di partito e di associazioni nelle date 15 giugno/20 luglio e 1/30 settembre. Creando di fatto – a inizio giugno – una sovrapposizione di cinque giorni con il circo. Alla richiesta, però, l’assessore al Commercio Maurizio Margaroli ha risposto invitando la Lega a riportare la data al 20 giugno (come già scritto nella delibera) ed evidenziando la necessità di “definire poi un regolamento per l’utilizzo dell’area”. Ancora, dall’opposizione, Claudio Bragaglio ha ricordato che “la data del 15 non è risolutiva, perché se quel giorno coincide con un venerdì di fatto le attività di allestimento inizierebbero tre giorni dopo”. Mentre Valter Muchetti ha invitato a ritirare la delibera per discuterla in commissione (proposta poi bocciata dalla maggioranza). Il capogruppo della Lega, quindi, ha accettato la proposta Margaroli. Ma quando la questione sembrava, tra molta confusione, indirizzata verso il voto, il capogruppo del Pdl Achille Farina ha chiesto di presentare un emendamento sulla questione. Richiesta prima bocciata a termini di regolamento dalla presidente del consiglio Simona Bordonali, poi ammessa sotto forma diversa (in virtù del pressing di Farina) e quindi nuovamente bocciata dopo che Bragaglio ha sollecitato un parere tecnico sul punto. In questa confusione – dopo un paio di sospensioni della seduta – si è arrivati al voto decisivo. Con Lega e Pd compatte nel votare sì alla proposta del Carroccio (che di fatto lascia invariate le date stabilendo comunque il principio che i partiti hanno diritto a utilizzare l’area), il Pdl favorevole (tranne Visconti e Toma, che ha motivato la sua decisione con il fatto che quell’area non sia quella più idonea per le feste di partito), i tre consiglieri di Ali fuoriusciti dal Pdl uniti nell’astensione (come Luciano Cantoni di Api).

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