Bufera Lega, il legale della Rizzi: “Estranea alle accuse. Presto lo spiegherà anche al magistrato”

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Ecco la lettera dell’avvocato Alessandro Diddi legaledell’assessore regionale Monica Rizzi riguardante l’agenzia uscita ieri che riguarda le intercettazioni telefoniche di Belsito nelle quali l’ex tesoriere della Lega dice di non poter giustificare le somme di denaro prelevate dai contidel partito in quanto da lui versate cash, tra l’altro, alla all’assessore regionale Monica Rizzi. Di seguito il testo integrale della lettera:

 

 

“La recente diffusione del contenuto delle intercettazioni telefoniche

disposte dall’autorità giudiziaria nei confronti di BELSITO ed in

particolare della registrazione del colloquio nel corso del quale il

tesoriere della Lega dice di non poter giustificare le somme di denaro

prelevate dai conti del partito in quanto da lui versate cash, tra l’altro,

alla RIZZI, ci obbliga ad una ferma e perentoria presa di distanze da

quanto dallo stesso dichiarato.

 

L’assessore Monica RIZZI non ha mai percepito nemmeno un centesimo dal sig.

BELSITO né per la campagna elettorale di Renzo Bossi né in nessun altra

occasione. La situazione è esattamente al contrario. Come tutti gli eletti

della Lega l’Assessore versa puntualmente al partito un quota mensile dal

primo giorno in cui è stata eletta e questo è comprovato da bonifici

permanenti.

 

Ho ricevuto incarico dall’assessore di adottare tutte le iniziative

opportune per tutelare la sua figura da qualunque maldestro tentativo

tendente a coinvolgerla nella torbida manovra di aggressione che in questi

giorni sta colpendo i vertici della Lega e già da oggi prenderò contatti

con i magistrati di Milano che si stanno occupando del caso perchè la

stessa possa essere ascoltata dagli inquirenti al più presto per spegnere,

sul nascere, qualunque speculazione sulla vicenda”.

 

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7 Commenti

  1. e perchè dovrebbe dimettersi, scusa??? Io non capisco perchè in italia si debbano condannare le persone ancor prima che la magistratura abbia fatto il suo dovere…

  2. ….perché come si è dimesso Bossi per far chiarezza….forse dovrebbe farlo anche lei visto le numerose situazioni poco chiare che la coinvolgono e le varie inchieste aperte su di lei: laurea in psicologia, dossier…ed ora questa ennesima "nube"!

  3. ma che c’entra il pd!
    se la tua casa è sporca non la pulisci solo perchè è sporca anche quella del tuo vicino??
    URGE SGOMBRARE IL CAMPO DA CHIUNQUE SIA COINVOLTO IN QUESTA STORIA

  4. nei paesi civili i ministri si dimettono perché hanno copiato la tesi di laurea (vedi caso recente Gran Bretagna).
    In lombardia se dichiari una laurea inesistente ti promuovono assessore regionale ecc.

  5. FINE DI UN TROGLODITA – di Piergiorgio Odifreddi

    Finalme nte esce di scena, travolto dagli scandali, uno dei tribuni del popolo più rozzi e imbarazzanti che abbia mai avuto il nostro paese, che pure ci ha fatto ripetutamente vergognare per la levatura personale, morale e politica della sua classe dirigente.
    Umberto Bossi ha incarnato per venticinque anni l’anima più rudimentale, ignorante e becera dell’italiano medio. E la Lega Nord ha rappresentato gli interessi più provinciali, conservatori e qualunquisti di una piccola (anzi, piccolissima) borghesia, degnamente rappresentata dal suo indegno leader.
    Quello che molti indicavano come un “politico finissimo” era ed è, in realtà, soltanto una persona sgradevole e volgare, i cui unici argomenti dialettici non andavano oltre il dito medio continuamente alzato verso l’interlocutore, e il vaffanculo continuamente biascicato come un mantra.
    Il cosidetto “programma politico” della Lega, d’altronde, era all’altezza di questa bassezza, e si limitava al protezionismo nei confronti dei piccoli commercianti e dei piccoli coltivatori e allevatori diretti, condito da anacronistici proclami per la secessione e l’indipendenza di una fantomatica Padania.
    Le patetiche cerimonie a Pontida, e le ridicole simbologie solari o guerriere, rimarranno nella storia del kitsch, a perenne ricordo delle camicie verdi: versione di fine secolo delle camicie nere o brune della prima metà del Novecento, e ad esse accomunate dall’ottuso odio razziale e xenofobo…….

    . …negli ultimi tempi Bossi aveva lanciato e imposto in politica il proprio figlio degenere. E’ un degno contrappasso, il fatto che proprio le malefatte del rampollo abbiano contribuito alla caduta del genitore. E, speriamo, anche del suo movimento.
    Padre e figlio possono ringraziare la fortuna che li ha fatti nascere in Italia, e non in Iraq o in Libia, anche se entrambi hanno contribuito a far regredire il nostro paese al livello di quelli. Non li vedremo dunque trascinati nella polvere, e giustiziati sommariamente: ci acconteremo, o accontenteremmo, di vederli sparire con ignominia dalla politica e dalle nostre vite. Anche se le grida di “tieni duro” da parte dei loro sostenitori ci fanno temere parecchio al riguardo.
    a 12:02

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