Massetti (Confartigianato): “Affrontare subito la questione dei crediti alle aziende”

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Il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti. www.bsnews.it
Il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti. www.bsnews.it

Con una lettera il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti interviene sulla questione dei crediti alle aziende, criticando le banche e sollecitando interventi che facilitino l’accesso ai fondi da parte delle imprese e delle famiglie.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

E’ tempo (anzi è già tardi) perché il problema della stretta del credito alle imprese venga affrontato. In questi mesi si sono registrati decine di suicidi fra imprenditori e lavoratori che, in difficoltà a sostenere l’impatto della crisi, impossibilitati ad onorare gli impegni presi per mancanza di ordini (o per ritardi nei pagamenti da parte degli Enti Pubblici), costretti a licenziare e quindi a creare nuove disperazioni, hanno preso questa tragica decisione. Sono decine le storie emerse e forse più sono quelle che non appaiono, quelle in cui l’estremo gesto si è consumato in totale silenzio.

Fino a quando, viene da chiedersi. Fino a quando dovremo registrare questa amara contabilità?

Bisogna immediatamente intervenire. Chi può deve fare qualcosa, se non vuole rendersi corresponsabile di queste tragedie.

Le banche italiane – anche le più piccole – hanno attinto a piene mani ai fondi immessi sul mercato dalla Bce. Poco meno di duecento miliardi di euro hanno ricevuto le banche italiane in quattro mesi. E su questi prestiti, che restituiranno fra tre anni, pagheranno un interesse dell’1%. Le autorità europee hanno deciso questa iniezione straordinaria di liquidità alle banche con due fondamentali obiettivi.

Il primo per permettere loro l’acquisto dei titoli di Stato, così da frenare la speculazione e consentire l’abbassamento degli interessi sui titoli di Stato stessi.

Il secondo per affidare alle stesse banche il compito di far circolare liquidità destinata ad imprese e famiglie, così da evitare una nuova “stretta al credito” come avvenuto nel 2009.

Ma, di questa seconda motivazione, le banche italiane pare non sappiano nulla. E da qui nascono i drammi e permangono le pesantissime sacche di crisi. Gli istituti di credito italiani non stanno onorando l’impegno preso con la Bce: hanno acquistato un po’ di titoli di Stato ma non stanno erogando credito alle imprese. Le banche stanno tenendo in cassaforte quei soldi presi all’1% d’interesse e, quando li erogano, pretendono l’8-9%. Ma questi non erano i patti. I soldi della Bce non sono degli istituti, sono stati concessi con quelle determinate finalità che le nostre banche non stanno onorando.

Accordi ed intese tra istituti finanziari possono forse permettere a questi ultimi di superare l’attuale periodo di crisi in relativa sicurezza in attesa di un futuro migliore, ma se non si offrono aiuti e supporto alle famiglie, agli imprenditori e soprattutto alle piccole e medie imprese, vale a dire ai protagonisti della ricchezza e del benessere raggiunto nel corso degli anni dal nostro Paese, quale futuro ci possiamo aspettare? Su quali basi l’economia italiana potrà riprendere slancio se non vi sarà più un tessuto produttivo in grado di sostenerlo?

In queste settimane verranno convocate le assemblee degli azionisti degli istituti di credito bresciani. Ed è importante, in vista di quegli appuntamenti, che le banche sappiano come la pensano gli artigiani, che conoscano la nostra delusione ed amarezza per un simile comportamento, che capiscano come nessuno possa ancora tirarsi indietro, che non ci si può più nascondere dietro la sola  ragione della crisi (che c’è, naturalmente). Serve una quota di impegno aggiuntiva, che non può essere nascosta dalle pur vere ragioni del difficile momento economico. A cosa servono le banche, soprattutto quelle che si dicono più vicine al territorio, se non ci stanno vicine quando siamo in difficoltà? Se non sono al nostro fianco quando dobbiamo misurarci giorno dopo giorno con un mercato difficile e quando dobbiamo piangere amici e colleghi?

Le banche devono davvero ricominciare a fare le banche, se vogliono che le imprese facciano le imprese sul serio.

Il Presidente Confartigianato Imprese Unione di Brescia

Eugenio Massetti

 

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