Al museo diocesano da venerdì la mostra “Antonio Stagnoli Uomini e no”

0

“Antonio Stagnoli  Uomini e no”, questo è il titolo della mostra in programma al Museo Diocesano di Brescia  dedicata al decano degli artisti bresciani  e  promossa dal Museo Diocesano, dalla Fondazione della Comunità Bresciana e dal Comune di Bagolino, accompagnata da un catalogo arricchito da un interessante contributo di don Giuseppe Fusari e dalle prefazioni di presentazione di Giacomo Gnutti e Gianluca Dagani, rispettivamente Presidente della Fondazione della Comunità Bresciana e Sindaco di Bagolino (Bs).  Nell’esposizione potremo ammirare le 26 opere d’arte che il Maestro Stagnoli ha donato alla  Fondazione Comunità Bresciana  per suggellare e rimarcare quanto sia importante il suo legame con Bagolino, suo paese natale, e la Valle Sabbia, dove molte delle sue Opere traggono origine e ispirazione. Cinque i grandi temi affrontati dall’Artista in queste 26 opere:  la  natura,  gli animali,  le figure, il carnevale ed il sacro. Una collezione che parte  dal 1964 fino ad arrivare al 2011, una sorta di percorso antologico.

In esposizione e corollario delle opere della collezione della Fondazione, potremo anche ammirare “La Pala della Chiesa di San Rocco, Madonna della Misericordia”, recentemente esposta alla Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, donata dal Maestro Stagnoli, nel 1992, alla comunità di Bagolino. Poi, ancora Strage degli Innocenti, Crocifissione, Madonna, Natività, Fuga in Egitto, Sant’Antonio tra la gente, La Veronica, Dopo il Lavoro, Due cani, Nel recinto.

Stagnoli, un uomo e un artista che nella vita ha più sofferto che gioito, più faticato che riposato, con i suoi quadri, rappresenta l’opera dell’uomo, quella più prossima alla sua terra di Bagolino, una terra intrisa di sacrifici e di forza d’animo, l’opera contadina.

La sua giovinezza ha conosciuto la fame, il silenzio e la tristezza. La pittura ed in particolare il disegno sono il suo respiro, la sua rivincita. Gli uomini, gli animali e i cespugli, che campeggiano nelle opere di Stagnoli, sono come piante secolari modellate da venti ed intemperie che negli anni ne hanno modellato il fusto ed i rami, rafforzandone la resistenza.

Stagnoli, è chiuso nel suo silenzio, un silenzio fatto di meditazione e di non curanza per i cambiamenti avvenuti, dove ancora oggi, si attribuisce al sudore della fronte, un significato universale, dove non esiste il tempo e lo spazio, ma una comunità, votata al sacrificio ed al rispetto delle dure regole della vita, dove pochi sono i momenti felici e molti sono invece i giorni, i mesi e gli anni, che hanno condiviso il cammino con il dolore. L’allegria è affidata ad una maschera che ricopre il contatto del quotidiano.

I suoi quadri le sue opere solo le pagine, di un libro in cui lui stesso è il protagonista e non solo il narratore. I contadini, i vecchi, le donne, le capre, le mucche, sono i personaggi della sua terra. Terra di Bagolino, una terra affacciata sul lago d’Idro, fra il verde dei boschi della Valle Sabbia.

Il mondo di Antonio Stagnoli, come scrive Mario Botta, presenta un’osmosi, un legame fra le tradizioni, l’identità, la memoria della valle natia.   Egli è una figura sorprendente per la sua capacità di inquadrare e dipingere il clima valsabbino, cioè il clima di una comunità ancora originale nel mondo globalizzato contemporaneo. E’ infatti in crescita la consapevolezza ormai diffusa della necessità di avere questi personaggi, capaci di rappresentare un’identità ed una memoria storica, riletta attraverso un linguaggio contemporaneo.

Possiamo quindi concludere, richiamandoci ad un pensiero del testo critico di don Fusari: la dimensione archetipica del lavoro di Stagnoli che, nel corso dei molti anni della sua carriera artistica, si è mantenuto coerentissimo a questa missione non solo artistica ma simbolica, tracciando le coordinate per una lettura del tutto secondo il punto di vista dell’essenziale come mezzo per comprendere la variabilità del molteplice. 

La mostra, curata da Mario Zanetti “Studio d’Arte Zanetti”, sarà inaugurata venerdì 4 maggio p.v. ore 18.00 e rimarrà aperta al pubblico fino a domenica  27  maggio p.v. tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 – chiuso il mercoledì.  

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome