Cava Gaburri, gli ambientalistI fanno un esposto per un cumulo di asfalto sospetto

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Il Codisa ha presentato un’esposto, accompagnato da 140 firme, in merito alle presunte irregolarità del cumulo di asfalto fresato presente all’interno dell’ate 24 nella cava Gaburri di via Buffalora. di seguito il testo integrale dell’esposto

All’interno dell’ATEg24, nell’area impianti posta sul lato Est dello specchio d’acqua formatosi a seguito della coltivazione di sabbia e ghiaia, è presente e ben visibile una vera e propria collina, costituita dall’accumulo ripetuto di materiale che per colore e consistenza, si suppone che si tratti di scarificato d’asfalto proveniente dalla fresatura stradale.

Questo deposito di rifiuto, è di dimensioni molto vaste, la sola altezza si può stimare approssimativamente in circa 20 metri. Seppur inserito all’interno della cavità della cava, la sommità del cumulo sovrasta abbondantemente il piano campagna.

Il volume visibile dall’esterno, fa supporre che siano depositate centinaia di metri cubi di materiale.

Dall’esterno non è visibile e non sembra sia presente una zona di stoccaggio ben delimitata e definita, percui si può supporre che il materiale sia stato depositato su suolo permeabile e privo di impianto di convogliamento, raccolta e depurazione delle acque meteoriche.

Qualora sia confermato quanto segnalato, ci si troverebbe in una situazione di rischio di inquinamento ambientale della falda. Questo perchè la falda affiorante si trova a pochi metri di distanza dall’asfalto e la pioggia contaminata dalle sostanze contenute nel rifiuto potrebbe esserne confluita all’interno.

Altro rischio di contatto della pioggia contaminata con la falda confinata nel sottosuolo è rappresentato dall’infiltrazione nel terreno permeabile. Va ricordato che essendo il fondo della cava sottoquotato rispetto al piano campagna, la falda si trova a pochissimi metri di profondità.

 

A fronte di quanto segnalato si ritiene opportuno richiedere cortesemente agli enti preposti un sopralluogo nell’ATEg24 e la verifica del rispetto della normativa di riferimento da parte della proprietà, di cui si elenca a titolo non esaustivo:

 

La verifica dell’autorizzazione al deposito di detto rifiuto ed il rispetto delle prescrizioni in essa contenute.

La compatibilità di detto rifiuto alla realizzazione di conglomerati bituminosi.

La verifica dell’eventuale presenza all’interno dell’ATEg24 di altre tipologie di rifiuti non autorizzate.

La verifica dei formulari relativi al trasporto e conferimento del materiale depositato.

La verifica dell’impianto di convogliamento, raccolta e depurazione delle acque meteoriche.

La verifica della conformità dell’area su cui è stato depositato il materiale.

La verifica del possibile inquinamento del suolo e della falda sottostante.

Stante le dimensioni enormi e la precarietà delle scarpate, suscettibili di cedimenti, considerato che l’area immediatamente circostante è probabilmente frequentata dai lavoratori, la verifica del rispetto delle norme relative alla sicurezza del lavoro.

 

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