Io non ci sto

0

L’ultimo bigliettino che il giudice Galli lasciò a suo figlio dodicenne prima di essere ammazzato da un commando di Prima Linea, appena uscito di casa, nel 1980, diceva: “Alex, se fai le spese per favore comprami un po’ di caffè. Ciao, papà”. Galli era un Giudice del Tribunale di Milano, considerato tra i più aperti, i più riformisti, i più intelligenti di allora. Di quel commando di terroristi faceva parte Sergio Segio, che ieri è stato intervistato da Lucia Annunziata su Rai Tre.

Segio ha discettato di politica, della situazione sociale oggi in Italia, spiegando che il terrorismo potrebbe anche rinascere, se la politica non dà le risposte che la gente si attende, e che la repressione non serve a nulla.

Dunque, secondo l’assassino di Galli, se rinasce il terrorismo in fondo è colpa della politica: non è colpa di chi, in nome di analisi semplici e semplificate uccide persone inermi, non è colpa delle menti sempliciotte di chi sceglie la scorciatoia stupida della lotta armata, non è colpa degli uomini piccoli che, incapaci di capire la complessità delle cose, e di seguire i percorsi difficili della democrazia, credono di farsi grandi impugnando le armi.

No, per Segio, ma in fondo per tutti coloro che si sono abbeverati e ancora sono impregnati di quella cultura che diede origine al terrorismo, non è colpa dei terroristi, ma è colpa dei partiti, della politica che non funziona. Mi dispiace ma io non ci sto.

Non ne posso più di queste analisi autoassolutorie di chi allora colpevolmente e stupidamente diventò terrorista o fiancheggiò la lotta armata, non ne posso più di tutti coloro che allora dicevano “né con lo Stato né con le BR”, di quelli che anche adesso pensano che chi azzoppa in nome della TAV o dei misfatti della Caserma Bolzaneto, tutto sommato, non ha poi tutti i torti.

Non ci sto, perché anche io mi indigno per gli errori, le ingiustizie, le disuguaglianze che albergano dentro la nostra democrazia, ma voglio battermi con i meccanismi lenti, complicati, difficili ma propri di qualunque sistema democratico e istituzionale, per migliorarla e farla crescere.

Così come faceva Galli, giovane magistrato coraggioso e padre di famiglia, vittima della stupidità dei Segio di ieri e di oggi che, dopo aver ammazzato, pretendono ancora di raccontarci la democrazia.

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

1 COMMENT

  1. beh, io non ci sto invece a veder passare gli anni, i lustri, i decenni sperando che possa mai esistere un sistema democratico in grado di migliorare sul serio le condizioni di vita di tutti (intendo TUTTI)… se i Galli vengono presi di mira, la colpa non è dei Segio, ma della pessima situazione in cui versa la nostra società e sino a quando continueranno a prenderci letteralmente per i fondelli io auspico la "nascita" di 1.000 Segio, 10.000 Segio, 100.000 Segio che almeno ha avuto il coraggio di agire. La soluzione c’è, transitare questa società verso uno stato di libertà assoluta, verso l’anarchia per ciò che realmente rappresenta e che non è certo il caos, il disordine e l’assenza di regole. L’anarchia è sostanzialmente un messaggio di cooperazione con l’altro, basato però non sulla paura e sul ricatto dato dalla legge, ma sulla responsabilita&# 768; degli accordi liberamente presi fra gli individui. E finiamola di dare le colpe agli anarchici, è davvero da ignoranti ormai (non voglio offendere sia chiaro) pensare che non siano delle strategie, ancora una volta, create ad arte da chi ci governa per giustificare l’intervento con la forza sulle masse. Gli anarchici non sono terroristi, sono semmai terrorizzati dall’attuale stato delle cose e, quando storicamente hanno fatto uso di mezzi o modi conflittuali, l’hanno sempre fatto per cercare di difendersi da un sistema sociale particolarmente violento od oppressivo, esattamente come quello in cui ci troviamo ancora.

  2. Sig. Mik, vada a spiegare tutto ciò di persona al figlio 44enne dell’allora giudice Galli che non è stata colpa di Segio e che si augura che ci siano altri 100.000 Segio che andranno ad ammazzare altrettanti giudici e persone innocenti (le stragi). E poi quest’anarchia che lei propaganda, diamola in pasto alle mafie: messaggio di cooperazione con l’altro… accordi liberamente presi… eh, già! accordi su spaccio di droga, prostituzione, estorsioni, messaggi di cooperazione per traffico di armi, di rifiuti pericolosi, di persone, corruzione a tutti i livelli… Fondi un partito anarchico, poi magari i voti li prende dai mafiosi

  3. Caro sig. Moua, partito anarchico è una contraddizione in termini, e poi, ciò che scrive descrive perfettamente la società attuale: "spaccio di droga, prostituzione, estorsioni, messaggi di cooperazione per traffico di armi, di rifiuti pericolosi, di persone, corruzione a tutti i livelli…" mi pare stia descrivendo con dovizia di particolari il nostro, ehm, vostro, governo, da sempre così in buona sostanza ed è proprio ciò che noi vogliamo combattere, non ciò che auspichiamo… mica ho scritto che è facile, ma prima di scrivere palesi inesattezze, si informi meglio su cosa vorremmo noi anarchici…

  4. Alla prima lettura avevo deciso di non prendere in considerazione il commento di Mik di ieri ritenendolo frutto di lampante stupidità, di coerente incapacità di dialogo, di ignoranza profonda della storia e perfino della cronaca, ma quella frase da lui scritta con la quale auspica la nascita di 1.ooo Segio, di 10.000 Segio non mi ha lasciato in pace e non deve lasciare in pace nemmeno i suoi compagni d’anarchia i quali, da decenni ormai, hanno messo al bando l’assassinio politico poiché infruttifero, anzi deleterio, per l’affermazione dei loro ideali.
    Ma il vero nodo politico non è rappresentato da questo Mik, chiunque egli sia, ma dall’Annunziata che intervista un assassino dandogli parvenza di ragione e non sottolineando mai che uno dei fondamenti della democrazia è il rifiuto totale della violenza. Quindi sottoscrivo in toto la lettera di Alfredo Bazoli. Anch’io non ci sto!

  5. Due cose.
    Una a MiK per dirgli che adoro i giovani ma soprattutto quelli veramente informati sui fatti.
    Vale a dire che oltre alla militanza abbiano avuto l’ardire di leggere e farsi raccontare gli anni anni di piombo da più fonti e da diverse correnti.
    Mi dispiace per Mik, ma ne deve fare amcora di strada.
    Se vuole un messaggio vero di anarchia, quella che lotta contro le ingiustizie pacificamente allora ritorni col pensiero e la documentazione a Pzza Fontana e si documenti su di un certo Pinelli che era anrchico sì, ma pacifista.
    Dire con superficialità mille Segio e ancora mille, significa avvalorare l’uso delle armi e questo è scandaloso.
    Certo il momento è difficilie e bisogna saper dire "no" a molte cose ma NON CON LA VIOLENZA.
    Caro Mik, Segio l’ho conosco bene è stato mio compagno di banco per moltisimi anni e a Pza Fontana io c’ero quando è scoppiata la bomba.
    Di questa truce esperienza ho scritto un libro che uscirà in autunno e che la invito a leggere.
    L’altra cosa è la condivisione con Alfredo Bazoli sul pezzo che mi piace e che dimostra la forza di chi è stato colpito duramente dal terrorismo, ma non sì è fatto vincere dall’indifferenza e lotta quotidianamente contro uno Stato che appare, a volte, presente a tratti.
    Inviterò, se per lui sarà possibile, Alfredo alla presentazione del mio scritto a Brescia.
    Grazie per questo spazio e ricordate sempre che le parole non sono "zucchero a velo", ma rimangono e possono far male, molto male.

  6. Pienamente d’accordo con quanto affermato da Bazoli, apprezzo la lucidità e soprattutto la fermezza nel ribadire che "non se ne può più" di coloro per cui la colpa è sempre degli altri. della società e così via…Basta!!!!

  7. Caro Sig. Mik, sono andato a reinformarvi (avevo qualche nozione tempo fa) riguardo il concetto di anarchia. L’idea e’ bella, carezzevole (mi si corruga la fronte per quanto concerne la religione…) ma al tempo stesso utopica, molto utopica. Anarchia per distruggere lo Stato, a tutti i suoi livelli, appiattimento della societa’ con, credo poche, regole precise ed eque. Ma chi e’ oggi l’alter ego dello Stato? Si’, proprio quelle: la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la malavita. Non mi prenda per un "difensore" di queste nefande organizzazioni criminali, se insisto nel parlarne, come nel mio vecchio post, ma credo che sgretolando lo Stato non si fa altro che rafforzare chi lo combatte, la mafia e… voi. Voi siete sullo stesso livello della mafia. Mi pongo una domanda, ora: quando mai si puo’ combattere un’organizzazione "che non e’ sulla strada", visibile, negli uffici cosi’ come nei tribunali come lo Stato in tutte le sue istituzioni (magistrati, generali, poliziotti, ministri, guardie varie…)? Lo Stato, perlomeno quello italiano, ti sbatte in galera o ti da l’ergastolo, se uccidi, ma la persona rimane in vita, con tutte le sue idee, a trasmettere ancora le sue convinzioni grazie a maldestre giornaliste. La mafia… no… non ti sbatte in galera… Proprio in questi giorni stiamo ricordando quanto fece la mafia nei primi anni ’90. E alla piovra ricrescono i tentacoli. Ripeto, non mi definisco paladino della cultura mafiosa, anzi… solo che "buttando giu’" l’unico baluardo, il mio, il nostro governo, che sta contrastando la malavita, grazie al lavoro di magistrati, carabinieri, dia (anche al prezzo della propria pelle e della proprio identita’), mi pare che si lasci via libera alle organizzazioni criminali. Tanto per fare un esempio, un assurdo esempio: se proprio quei 100.000 Segio che dice lei dovessero eliminare tutti i "100.000" magistrati in Italia, chi giudichera’ i malavitosi arrestati ? Forse la Signora "Decorrenza dei termini"?

  8. mik,se avessero colpito qualcuno dei tuoi faresti le stesse considerazioni?chi uccide rimane un assassino ,di qualunque ideologia e di qualunque scusa si ammanti……secondo il tuo ragionamento ,dovremmo allora anche credere che ammazzare per un eredita’ non sia cosi’ grave,,,,,,dai,fa il bravo

  9. condivido pienamente: Purtroppo sono tanti che pensano che in nome delle proprie idee si possa usare violenza. La via democratica e la capacità di ascolto delle idee degli altri sono l’unica via possibile. Da atti di violenza (non necessariamente solo l’omicidio) nasce solo una società più rancorosa e meno capace di costruire la coesione che è necessaria in una società complessa e pluralistica come quella moderna. Dietro alla esaltazione del gesto o della reazione violenta si nasconde sempre un’idea autoritaria (solo le mie idee sono quelle giuste!)

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome