Cave, Girelli (Pd): “Va tutto ripensato in una nuova chiave. Più potere alla commissione”

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E’ iniziata oggi, mercoledì 16 maggio 2012, in VI Commissione Ambiente, la discussione sulle nuove norme che dovranno regolare l’attività di cavazione in Regione Lombardia. In realtà, si tratta di una revisione della legge già esistente, la 14 del 1998, che tuttavia, secondo il Gruppo regionale del Pd, va completamente riscritta e non solo ‘aggiustata’.

“Abbiamo ascoltato la dettagliata presentazione della proposta della Giunta da parte dell’assessore regionale all’Ambiente Raimondi – fa sapere Gianbattista Ferrari, consigliere regionale del Pd –, ma questo è stato solo un avvio della discussione che deve portare al provvedimento definitivo. Serve, lungo tutto l’iter, un chiaro e approfondito confronto sul campo. E comunque noi siamo convinti che sia necessario un nuovo progetto di legge, non basta cioè un adeguamento della 14. Ciò perché la situazione è talmente cambiata che qui non si tratta più di limitarsi a regolare l’esistente: va tutto ripensato in una nuova chiave. Il punto di partenza è condiviso, ma per cominciare un nuovo lavoro”.

Entrando maggiormente nel dettaglio, Ferrari aggiunge qualche indicazione sul fatto che, ad esempio, “se gli enti locali, nella proposta della Giunta, hanno un maggior ruolo, devono avere quindi anche maggiori strumenti”. Ma precisa che la stessa “commissione deve contare di più dentro l’iter decisionale, mentre ora è lasciata un po’ ai margini, come pure il Consiglio regionale”.

Al termine della seduta si è deciso di dilazionare i tempi per la calendarizzazione della discussione in Aula, fissata in un primo tempo a metà luglio. Data troppo ravvicinata, conferma il Pd, per poter approfondire in modo adeguato e arrivare a una sintesi delle tre proposte di legge nate dai gruppi consiliari con quella della Giunta.

 

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1 COMMENT

  1. Ringraziando pubblicamente il gruppo regionale del PD e i consiglieri Girelli e Ferrari per il grande contributo dato alla discussione su questo tema in questi anni, segnalo che dal 2004 giace inascoltata nei cassetti formigoniani la proposta di modifica della legge regionale 14/1998 promossa da una settantina di amministrazioni comunali, con capifila il Comune di Rovato e quello di Cazzago S.M..
    In essa ci stanno alcuni punti cardine:
    1) La proprietà dei bacini estrattivi a fine escavazione deve ritornare ai Comuni.
    2) Il parere del Comune "ospitante" il bacino deve essere vincolante per un insediamento del bacino stesso.
    3) La destinazione urbanistica a fine escavazione deve essere rispettata. Non esiste che decine e decine di discariche bresciane siano sorte in bacini estrattivi per cui era previsto un recupero a verde pubblico attrezzato o a uso naturalistico ricreativo.
    4) Le sanzioni per escavazioni abusive devono essere molto inasprite. Oggi a un operatore conviene fare il furbo. L’introito di escavazioni abusive è immensamente superiore alle sanzioni comminate.

    In soldoni la Regione e la Provincia devono tornare a fare pianificazione territoriale, non a ratificare le richieste di operatori che in molti casi sono stati anche protagonisti di escavazioni abusive e ritombamenti con materiali di diversa pericolosità.
    A questo aggiungerei anche gli oneri di escavazione. In un periodo in cui tutti i settori economici devono stringere la cinghia quello delle escavazioni invece fa finta di nulla. E’ mai possibile che per un metro cubo di ghiaia, al lordo, un cavatore può introitare dagli 8 ai 40 € al metro cubo (a seconda delle caratteristiche dell’inerte) e versa solo 0.44€/m3 lordi come oneri di escavazione? La commissione sesta regionale ha provato a portare almeno a un euro ma le associazioni di categoria hanno fatto i ricorsi.
    Dov’è la politica di pianificazione in questo settore? NON ESISTE.

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