L’Asl rivede un avviso pubblico per discriminazione

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Nelle scorse settimane l’Asl di Brescia ha diffuso un avviso pubblico per titoli a colloquio per il conferimento di incarichi libero professionali prevedendone la partecipazione ai soli cittadini italiani e dell’Unione Europea.

La Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo e l’Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione) hanno quindi ritenuto opportuno diffidare l’azienda sanitaria locale ricordando che «nel nostro ordinamento non esiste alcuna norma che imponga alla Pubblica Amministrazione di stipulare contratti di lavoro autonomo sono con cittadini italiani e comunitari». E, a sostegno di questa tesi, hanno portato a sostegno della diffida una corposa normativa di riferimento, tra cui, in particolare, l’articolo 2 del testo Unico sull’immigrazione nel quale si sottolinea che la Repubblica italiana «garantisce a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti nel suo territorio e alle loro famiglie parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani».

La scorsa settimana il concetto è stato ribadito dall’Unar – l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni che fa capo alla Presidenza del Consiglio – che, in una nota, ha ritenuto che l’avviso pubblico dell’Asl «ponga in essere una discriminazione nei confronti dei cittadini non comunitari».

Nei giorni scorsi l’Asl ha quindi comunicato «che è in corso di revisione il regolamento adottato dall’ASl in materia di incarichi libero professionali» e che «si prevede, tra l’altro, l’eliminazione della limitazione ai cittadini italiani e dell’UE dell’accesso a tali incarichi». A seguito dell’approvazione del nuovo regolamento l’Asl potrà quindi procedere «alla riapertura dei termini dell’avviso pubblico in oggetto».

Positivo il passo indietro (sollecitato da Fondazione Piccini e Unar), spiace che enti ed Amministrazioni pubbliche continuino a cadere in errori e «dimenticanze» rispetto alla normativa nazionale e comunitaria.

 

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