Due anni di ricorsi e controricorsi. Ecco la cronistoria

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Il 23 luglio 2010 il Tribunale di Brescia giudica discriminatori i criteri di assegnazione (ai soli cittadini italiani e comunitari) del bonus affitti e bebè decisi dal Comune di Adro. Il 15 ottobre 2010 il ricorso presentato dal Comune contro la prima ordinanza del tribunale viene respinto e pertanto il Comune è costretto, per effetto delle ordinanze del tribunale, a riaprire il bando per l’erogazione del bonus affitto. Trentanove famiglie, tra cui anche alcune italiane, presentano domanda, aggiungendosi alle 35 che avevano fatto domanda in precedenza e alle quali era già stato assegnato il bonus (per complessivi 30mila euro). Il 25 gennaio 2011 alle 39 famiglie viene recapitata una lettera nella quale si spiega che la loro domanda è stata accolta ma non riceveranno alcun bonus. Lancini spiega che il giudice lo ha obbligato a riaprire il bando, ma non a rifinanziarlo. In seguito il sindaco stabilisce che la cifra dei 30mila euro dovrà valere per tutti, sia per quelli del primo bando che per quelli del bando riaperto in seguito. Il 17 marzo fa approvare una delibera nella quale viene abrogato il regolamento di istituzione dei bonus perché “non corrispondente agli obiettivi programmatici”. Il 16 novembre 2011, con una determina il Comune stabilisce che chi aveva ricevuto i bonus affitti dovrà restituirne una parte, in alcuni casi fino a 1.100 euro per famiglia. L’atteggiamento ritorsivo è evidente, così come la volontà del sindaco di scaricare addosso ad altri le conseguenze (anche economiche) delle proprie campagne ideologiche fallimentari. La Cgil invitava i cittadini di Adro ai quali è stata recapitata la lettera del Comune nella quale si chiede la restituzione del bonus a non restituire la somma, di mettersi in contatto con gli uffici della Camera del Lavoro per definire insieme le eventuali azioni legali da intraprendere nei confronti del Comune di Adro e del sindaco Lancini. In seguito alla mancata ottemperanza da parte del comune dell’ordinanza di reclamo è stato introdotto un azione di merito per ottenere i relativi pagamenti bonus bebè e contributo affitti. Il tribunale di Brescia con decisioni del 16 dicembre 2011 ha riconosciuto il diritto dei ricorrenti a  percepire quanto richiesto, ma ancora una volta è stata necessaria una ulteriore azione giudiziaria. La vicenda con il comune di Adro è arrivata alla conclusione grazie a tutto il percorso giudiziario sopra esposto nonché da ultimo il pignoramento con esito positivo delle somme dovute.

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