Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Brescia Fabio Rolfi è intervenuto per complimentarsi con gli agenti del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, che questa mattina hanno sequestrato, sia in città che in provincia, 21 agenzie di money transfer dove si sospetta fosse ripulito denaro generato da attività di ricettazione, dal traffico di stupefacenti e dall’immigrazione clandestina.
Il vicesindaco Rolfi ha espresso “forte apprezzamento per questo intervento, frutto di lunghe e meticolose indagini”. “Finalmente – ha dichiarato – viene fatta luce su un settore borderline con il quale vengono trasferite verso realtà straniere cifre ingenti di denaro sottratte al fisco italiano, spesso senza alcun controllo preventivo e in molte occasioni derivanti da attività illecite, come dimostra questa operazione. Nel complesso, il fenomeno dell’immigrazione sottrae risorse considerevoli all’Erario, a causa del sistema delle rimesse. Oltre a controlli più serrati sui money transfer e sulle attività simili, è necessario dunque che vengano adottate leggi che incrementino le tassazioni sulle rimesse, affinché le risorse del lavoro svolto sul territorio nazionale rimangano nella disponibilità dello Stato”.
RONFI BECCA O LABOLAB? CHI SARA’ STATO IL PRIMO A FARE SUA UNA COSA NON SUA??? SIAMO AL SOLITO.
L’importante è apparire. Noi preferiamo che scompaia dalla scema (sic) politica.
Avete visto cosa sanno fare la trimurti Rolfi, labolani, Bonardi? Come? Dite che non sono stati loro? E’ stata la Guardia di Finanza? Non fate i pignoli…è come se fossero stati loro! Almeno per loro è così
Basta rassisti, l’immigrazione fa bene porta soldi, ci serve, fanno lavori che noi non vogliamo fare, fanno le tessere del PD e del sindacato, prendono le nostre case quelle che noi non vogliamo, e suvvia se i soldi anziché spenderli, pagare l’iva allo stato ed alimentare i consumi, li mandano nei paesi di origine a frottole va ne cosa vuoi che sia.
i money transfer,così come i phone center non bisognerebbe neanche farli aprire.