Udc e Lega contro Pd, continua la polemica sulla paternità della metro

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I capigruppo di Lega Nord, Pdl e Udc nel Consiglio comunale di Brescia, sono intervenuti per rispondere alle critiche avanzate nel pomeriggio dagli esponenti bresciani del Partito democratico: “Troviamo quanto meno singolare che i consiglieri del Partito democratico tendano ad attribuirsi la paternità dell’opera, considerando che quando si tratta di votare in Consiglio comunale la copertura finanziaria sono i primi ad astenersi. – hanno dichiarato Nicola Gallizioli, Roberto Toffoli e Andrea Bonetti – L’Amministrazione comunale non ha utilizzato la metropolitana come strumento di propaganda, ma del resto non è colpa nostra, anzi forse è un merito, se il centrodestra governa Comune, Provincia e Regione e di conseguenza i rappresentanti istituzionali sono della nostra parte politica. In questi cinque anni abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità trovando le risorse economiche per realizzare l’infrastruttura e, non meno importanti, le opere complementari delle 17 stazioni, che, al contrario di quanto previsto nel progetto originale, saranno coperte da wi-fi, saranno servita da scale mobili e avranno postazioni Bicimia. È vero che sarà necessario in futuro realizzare nuovi parcheggi nei pressi delle stazioni, ma è altrettanto vero che non era possibile fare tutto immediatamente. La realtà è che domani consegniamo alla Città un’opera mastodontica, realizzata in dieci anni, che impegnerà il bilancio comunale per i propri decenni. Se avessimo voluto utilizzarla per fini propagandistici, avremmo cercato di inaugurarla prima delle elezioni. Ci stupisce anzi che siano i consiglieri del Pd a cercare di differenziarsi facendo polemiche su delle banalità semplicemente perché non hanno argomenti. Siamo orgogliosi di essere riusciti a consegnare l’opera alla città nei tempi previsti e con un piano finanziario sostenibile”.

“Se gli esponenti del Partito democratico desiderano proprio attribuirsi qualche merito, – concludono i capigruppo – possono comunque attribuirsi la paternità del debito di 80 milioni di euro che ci siamo ritrovati a coprire”.

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