Gexnano, piccola, piccola… così ma con grandi progetti!

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(da www.informazioneonline.it) Metti insieme le idee innovative, le conoscenze, i progetti di sviluppo, le visioni del futuro di due biologi molecolari, di un biologo genetista e di un laureato in economia e commercio con master in diritto delle biotecnologie e cosa ottieni?

La GEXNANO, una micro-impresa, nata all’interno dell’Insubrias Biopark di Gerenzano, con una mission aziendale ben precisa: la nano medicina.

 

“Ci tengo a precisare che, oltre alle idee, ci abbiamo messo anche le nostre (scarse) risorse personali. Per adesso, infatti, andiamo avanti con l’autofinanziamento e con la… fiducia in noi stessi e nei nostri progetti innovativi”.

Alessandro Scozzesi, 39 anni, è l’amministratore delegato di GEXNANO, laureato in economia presso l’Università di Brescia, si occupa della gestione amministrativa e finanziaria della società nata da poco più di un anno e affianca le proprie competenze a quelle di Massimiliano Manganini, 41 anni, (biologo molecolare) e responsabile marketing, Massimo Mariotti, 41 anni, (biologo molecolare) socio, Renato Colognato, 41 anni, presidente e biologo genetista, già responsabile del laboratorio di nano-tecnologie del Centro Ricerche di Ispra dell’Unione Europea (ex-Euratom).

 

 

Quattro menti d’opera impegnate a tracciare percorsi di ricerca nuovi e relative nuove applicazioni nel campo della valutazione dell’impatto dei nano-materiali sulla salute dell’uomo.

“Parliamo di nanometri – spiega Renato Colognato – vale a dire dimensioni pari a un millesimo di micron, cioè un miliardesimo di metro”.

 

Ѐ difficile persino immaginare simili… grandezze.

“Mettiamola in questo modo: provi a pensare ad una mosca al centro di un campo di calcio. Le proporzioni – osserva Massimo Mariotti – sono grosso modo le stesse”.

Perché è necessario lavorare in un contesto così “infinitamente” piccolo?

“Perché solo così si può ‘entrare’ all’interno delle strutture cellulari senza suscitare delle reazioni, o comunque senza arrecare – risponde Massimiliano Manganini – troppo disturbo alle cellule stesse”.

 

Come si fa a “bussare” alla “porta” di una particolare cellula piuttosto che a quella di un’altra e… farsi aprire?

“Realizzando un polimerosoma, vale a dire un nano-guscio, o una nano-conchiglia, al cui interno stivare il farmaco che viene trasportato all’interno della specifica cellula e lì, e solo lì, il guscio-conchiglia si apre – sottolinea Massimo Mariotti – rilasciando il farmaco stesso”.

 

Sembra quasi la trama di un film di fantascienza.

“Invece è quello che facciamo nella realtà. Il problema – commenta Alessandro Scozzesi – è che la nostra attività è talmente innovativa da essere scambiata proprio per… fantascienza. Tutti ci dicono che siamo bravi, che siamo in anticipo sui tempi, che stiamo tracciando strade nuove. Tutto bello, tutto gratificante. Peccato, però, che dal punto di vista dei finanziamenti possiamo contare solo su noi stessi!”.

 

L’Italia, si sa, continua ad essere un paese per … vecchi e i giovani imprenditori, esattamente come i giovani ricercatori e, più in generale, come tutti quelli che hanno l’ardire di “pensare nuovo” (oltre che “positivo”), hanno poche alternative: o si auto-sostentano oppure se ne vanno all’estero, lontano dagli impedimenti burocratici, dalle incrostazioni corporative, dall’incapacità di guardare oltre il proprio naso e dalle baronie “made in Italy”.

 

Alessandro, Massimiliano, Massimo e Renato, però, oltre che idee chiare e innovative, hanno anche … teste dure e tanto coraggio, così tanto che continuano a credere nel loro futuro, nonostante tutto e nonostante tutti.

“Sì, è proprio così. Ci attribuiamo anche la capacità di essere operativamente molto flessibili e di capire quindi quello che realmente il mercato chiede, così da poterglielo offrire in tempi brevi”.

 

Alessandro Scozzesi (ad di Gexnano)

 

Una micro-impresa che pensa in grande?

“Esatto. Vogliamo diventare – continua Alessandro Scozzesi – un centro di competenza, sia in ambito nazionale che internazionale, per lo studio dei nano-materiali in rapporto all’impatto che gli stessi hanno sull’ambiente e sull’uomo. Le strade da percorrere sono due: gli studi in vitro in laboratorio e l’analisi di modelli biologici, attraverso la simulazione in vivo. Più esattamente, basandosi su modelli animali, tipo il pesce zebrafish. Questo è l’obiettivo per il futuro. Un futuro, ce ne rendiamo conto, per il quale il mercato attuale non è ancora pronto”.

 

E allora?

“E allora, con quella capacità adattativa che è tipica delle micro-imprese, abbiamo ‘dirottato’ – prosegue Scozzesi – su un altro business: l’innovazione della diagnostica per la salute umana, nonché le terapie, tramite i nano materiali, per il miglioramento della salute”.

 

Ossia?

“Utilizziamo prodotti, meglio bio-materiali, sviluppati da un team di ricercatori francesi che lavorano all’interno di strutture pubbliche, che sfruttano le proprietà dei polimerosomi. Inoltre, sempre secondo delle logiche di stretta cooperazione con altre imprese innovative, nel caso specifico una start up nata all’interno del Centro Ricerche di Ispra, puntiamo sull’innovazione diagnostica attraverso una piattaforma tecnologica mirata. Si tratta di una nuova frontiera che rivoluzionerà aree come la procreazione medicalmente assistita, la ginecologia e la cura delle patologie tumorali. Siamo impegnati in un progetto molto promettente relativamente a quest’ultimo campo di intervento”.

 

Quale progetto?

“In collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Università degli Studi di Milano e la Fondazione del Policlinico “Cà Granda” stiamo lavorando per arrivare all’applicazione pratica della nostra tecnologia in merito alla diagnosi precoce e relativa valutazione del tumore alla prostata. Si tratta della terza patologia tumorale in ordine alla casistica. L’obiettivo finale – conclude Alessandro Scozzesi – è quello di realizzare un kit diagnostico completamente nuovo mediante nuovi biomarcatori che nel giro di 20 minuti sia in grado di fornire un quadro analitico del soggetto esaminato”.

 

Insomma, grandi idee e grandi progetti racchiusi in … spazi piccolissimi …

“Ci consideriamo – rispondono in coro Alessandro, Massimiliano, Massimo e Renato – un… mix di cervelli che mettono insieme competenze e conoscenze economiche, giuridiche, finanziarie e scientifiche. In più, aggiungiamoci la flessibilità che ci permette, quando è necessario, di cambiare rotta. Vorremmo poter superare la diffidenza degli investitori istituzionali. Siamo consapevoli delle nostre capacità e il nostro entusiasmo è grande: vorremmo poter contare su un po’ più di fiducia da parte dell’ambiente esterno!”.

 

Un’azienda piccola, piccola, piccola… così… ma con progetti grandi, grandi, grandi… così!

 

Luciano Landoni

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