(p.g.) Favorire il miglioramento delle condizioni di salute del paziente e, al contempo, garantire un taglio ai costi della sanità pubblica: con questi obiettivi di fondo, dallo scorso ottobre fino a gennaio, in circa venti farmacie della provincia di Brescia, è stato portato avanti il progetto pilota Mur – Medicine use review, ossia revisione delluso dei medicinali -, organizzato dallOrdine dei farmacisti di Brescia, in collaborazione la Fofi (Federazione ordini dei farmacisti italiani) e con la Medway School of Pharmacy dellUniversità del Kent, e con il patrocinio dellOrdine dei medici, chirurghi, odontoiatri della provincia di Brescia, delle Asl di Brescia e di Vallecamonica-Sebino, e dellAtf (Associazione titolari farmacia). Il Mur si è concretizzato in un questionario che i farmacisti coinvolti hanno sottoposto a un determinato tipo di clientela, al fine di verificare il livello di conoscenza dei farmaci, e aderenza alla terapia, da parte dei pazienti; il progetto è stato rivolto a persone affette da asma bronchiale, malattia cronica i cui costi indiretti rappresentano più del 50% della spesa sanitaria nazionale.
Oggi lunedì 8 aprile sono stati resi noti i risultati preliminari del progetto Mur (sperimentazione prima nel suo genere in Italia, e avviata in contemporanea anche nelle province di Pistoia, Torino e Treviso), e i riscontri sono piuttosto eloquenti: dei circa 300 pazienti presi in esame, il 52% ha raggiunto una maggiore comprensione delle finalità dei trattamenti prescritti e il 36,4% ha migliorato le modalità di assunzione dei farmaci, contro il 13% che non lha fatto. Nella sostanza, il progetto ha gettato una nuova luce sullimportante ruolo del farmacista in relazione alluso più corretto dei farmaci: in maniera diretta, è stata misurata ed evidenziata lefficacia della terapia, a seguito di un più approfondito controllo del farmacista riguardo allutilizzo dei medicinali prescritti. Allargando la visuale, la sperimentazione ha permesso una migliore aderenza terapeutica, allontanando i rischi di ricadute della patologia e, peggio ancora, di ricoveri in strutture ospedaliere, e così assicurando un notevole risparmio in termini di sanità pubblica.
Dunque, sia a livello di benefici per lindividuo, che per quel che riguarda i vantaggi per la comunità, lo studio, che a breve verrà ripreso, ha indicato, nella collaborazione tra chi prescrive la cura il medico e chi monitora il corretto uso dei farmaci il farmacista -, il viatico per un servizio sanitario virtuoso: «Unesperienza ha dichiarato il dottor Francesco Rastrelli, presidente dellOrdine dei farmacisti bresciani come il Mur, rivalorizza la professione del farmacista in chiave più moderna: di fatto, il farmacista non si sostituisce al medico curante ma lo affianca mettendo a disposizione le sue specifiche competenze, ossia quelle farmacologiche».
«La collaborazione tra farmacisti e medici ha detto il dottor Carmelo Scarcella, direttore generale dellAsl di Brescia è un passaggio fondamentale per migliorare leducazione terapeutica dei pazienti: lassistito deve diventare soggetto attivo nella terapia, ma a questo si arriva solo con un percorso formativo come può essere quello proposto con il Mur».
«Linterazione tra medico e farmacista ha puntualizzato il dottor Ottavio Di Stefano, presidente dellOrdine dei medici di Brescia -, oggigiorno, diventa sempre più necessaria, se si vuole arrivare a terapie davvero efficaci».
«Dal progetto Mur ha commentato il professor Maurizio Memo, prorettore dellUniversità degli studi di Brescia si evince che è fondamentale educare tutti soggetti che stanno intorno al farmaco, dai pazienti ai farmacisti, passando per i medici».
«Il Mur ha aggiunto il dottor Ovidio Brignoli, medico di medicina generale e consigliere dellOrdine dei medici di Brescia evidenzia limportanza della sinergia che ci deve essere tra operatori sanitari; lauspicio è che la rete di lavoro si allarghi arrivando a coinvolgere anche gli infermieri».
«Liniziativa del Mur secondo lanalisi del professor Andrea Manfrin, docente alla Medway School of Pharmacy e coordinatore del progetto indica che stiamo entrando sempre più in mondo paziente-centrico e non più farmaco-centrico: il team working, lo scambio di informazioni, tra medico e farmacista, costituiscono una delle strutture portanti di questo mondo».