Gussago, crisi dell’ospedale Richiedei. Pederzani (proLombardia Indipendenza): temiamo per le tasche dei cittadini

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L’osdedale Richiedei versa da anni in condizioni economiche difficoltose. Più volte il Comune di Gussago è intervenuto con cospicue somme di denaro in prestito. Non concorda con l’ultimo intervento Dario Pederzani portavoce del sentito di proLombardia Indipendenza sezione di Gussago. La paura è che l’ospedale non riesca a saldare i debiti e che questo costringa il Comune ad aumentare la pressione fiscale sui cittadini.

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

Per la cittadinanza di Gussago l’anno 2013 si è aperto con l’ennesima crisi dell’ospedale Richiedei: mentre a livello patrimoniale l’indebitamento ha sfondato i 30 milioni di euro, la nuova emergenza si è manifestata con le casse vuote dell’ospedale che hanno costretto il Consiglio di Amministrazione a richiedere un aiuto urgente al Comune di Gussago.

 

Per volontà del Sindaco e della Giunta, e con il voto del Consiglio Comunale (compreso l’appoggio di alcuni consiglieri di opposizione) , il Comune, prestando una garanzia fideiussoria di 1 milione di euro (e con l’impegno di prestarne un’altra dello stesso importo a giugno)  ha permesso a una banca di erogare al Richiedei  un mutuo di 2 milioni di euro.

Il Comune di Gussago, che già nel 2009 aveva garantito l’ospedale per 2 milioni di euro e che nel 2010 aveva acquistato la Santissima dalla Fondazione Richiedei  per oltre 4 milioni di euro (favorendo così  l’afflusso di una cospicua liquidità alla Fondazione stessa) , stavolta "si assume un rischio non indifferente" (per ammissione dello stesso Sindaco).

In sostanza, se il Richiedei non dovesse essere in grado di saldare alla banca le rate del nuovo debito, l’onere del pagamento si trasferirebbe al Comune di Gussago. Molto verosimilmente cosa potrebbe accadere? Che il Comune, avendo l’urgenza di reperire nuovi fondi e stretto nella morsa del patto di stabilità (divieto statale di spendere la liquidità in cassa!) e della cronica diminuzione dei trasferimenti governativi (da 1,7 milioni di euro nel 2012 a soli 700.000 euro nel 2013),  aumenterebbe la pressione fiscale a danno dei cittadini già pesantemente tartassati.

A questo punto proLombardia Indipendenza si domanda: l’ospedale Richiedei non cura solo malati di Gussago e non impiega solo lavoratori gussaghesi, allora perché solo il Comune di Gussago deve esporsi così pesantemente e con questi rischi dal punto di vista finanziario? E perché in questi mesi e in questi anni la Regione Lombardia a guida ciellino-leghista, sempre pronta ad elogiare il modello sanitario lombardo, non è mai intervenuta a sostegno dell’ospedale? ProLombardia Indipendenza stigmatizza la colpevole assenza della Regione Lombardia e ritiene che la cittadinanza gussaghese dovrebbe avere il diritto di esprimersi (tramite referendum confermativo) sulle spese straordinarie che il Comune dovesse ulteriormente deliberare a favore del Richiedei.

Nella vicina Confederazione Svizzera, i cittadini possono esprimersi liberamente su ogni questione, sia a livello comunale che a livello federale, e possono giudicare iniqua l’introduzione di una nuova tassa o l’innalzamento di una aliquota.  Gli istituti della democrazia diretta stimolano la partecipazione attiva dei cittadini e impongono a politici e amministratori pubblici  di ponderare con attenzione ogni decisione, che, tramite l’istituto del referendum, potrebbe essere successivamente rimessa al giudizio del popolo.

Se anche in Lombardia fossero stati vigenti gli istituti della democrazia diretta, probabilmente i Consigli di Amministrazione dell’ospedale e le Giunte Comunali avrebbero operato diversamente, sapendo di essere sotto il controllo diretto di cittadini partecipanti attivi alla cosa pubblica. Inoltre pro Lombardia Indipendenza ricorda che Gussago versa allo stato italiano ogni anno 70 milioni di euro solo di IRPEF e se il Comune potesse trattenerne il 30% come nella vicina Svizzera potrebbe risanare il Richiedei e non solo! Invece lo stato italiano ogni anno toglie cinicamente alla Lombardia 70 miliardi di euro che non vengono restituiti sotto forma di servizi (il cosiddetto residuo fiscale: 7.200 euro annui pro capite, dati Unioncamere Veneto) : senza questo prelievo forzoso che non ha eguali in Europa, la Lombardia potrebbe garantire un’assistenza sanitaria in linea con gli standard dei paesi nord-europei. La rinascita, o meglio la sopravvivenza, di Gussago e dei nostri comuni passa attraverso una Lombardia indipendente.

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