Zootecnia, gli allevatori (Apa) di Brescia restano in prima linea

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“L’Apa di Brescia continuerà ad offrire agli allevamenti della provincia strumenti validi ed innovativi per lo sviluppo dell’attività e della competitività del comparto zootecnico”. E’ il messaggio lanciato dal presidente Germano Pè ai soci dell’Associazione Provinciale Allevatori, riuniti in assemblea lunedì 29 aprile nella sede cittadina di via Dalmazia alla presenza di numerose personalità del settore: erano presenti fra gli altri il presidente nazionale Anas Andrea Cristini, i direttori di Coldiretti e Upa di Brescia, Mauro Donda e Gabriele Trebeschi, ed il presidente di Copagri Brescia Alessandro Baronchelli. All’ordine del giorno c’erano come da tradizione la relazione del Comitato Direttivo sull’attività svolta nella scorsa annata, la presentazione del consuntivo chiuso al 31-12-2012 e del bilancio di previsione per l’anno 2013. Ma a tener banco nella relazione del presidente è stata ancora una volta l’ormai annosa questione della strategia di riorganizzazione dell’organizzazione, finalizzata all’ottimizzazione delle risorse in una fase congiunturale segnata da una costante diminuzione del sostegno pubblico alle attività di miglioramento genetico e di controllo svolte a livello nazionale dal sistema allevatori.

“L’Apa di Brescia rappresenta un modello virtuoso, che già da anni ha intrapreso quel cammino di razionalizzazione finalizzato in primo luogo a continuare a garantire un servizio essenziale non solo per i produttori ma anche per i consumatori – ha affermato Pè-. I nostri conti sono in ordine, il nostro bilancio solido, e questo ci garantisce non solo di continuare a salvaguardare i posti di lavoro, ma anche di continuare a svolgere quell’attività di sostegno tecnico che ritengo preziosa e fondamentale per la crescita e lo sviluppo della prima provincia zootecnica d’Italia”.

Attività che, limitandosi al solo settore bovini, è stata caratterizzata nel 2012 da una forte crescita: il numero delle vacche controllate dai tecnici Apa è cresciuto di 2500 unità arrivando a quota 139 mila, per una produzione media annua a capo che si è attestata a 9446 chilogrammi di latte con il 3,74% di grasso ed il 3,40% di proteine. Sul fronte suinicolo è proseguita l’attività di miglioramento genetico che ha coinvolto 1974 scrofe, e c’è anche un forte incremento nell’ambito dei caprini dove gli animali iscritti ai libri genealogici sono ormai quasi 5000.

“Tutto questo lavoro si traduce non solo in un costante miglioramento qualitativo, che in ultima analisi significa migliorare la marginalità delle nostre aziende, ma anche in un costante rafforzamento delle garanzie di sicurezza alimentare per il consumatore – spiega Pè-. Per questo non vogliamo e non possiamo fermarci: un appello che rivolgiamo anche alle istituzioni ed in particolar modo all’assessorato all’agricoltura di Regione Lombardia, nel quale fino ad oggi abbiamo sempre trovato un alleato prezioso che ha perfettamente compreso le importanti finalità del nostro ruolo”.

La strada che l’Apa di Brescia ha intenzione di imboccare per il futuro è segnata fin d’ora da alcuni punti fermi: dalla selezione orientata al miglioramento delle produzioni  al miglioramento di longevità, dalla ricerca sulla resistenza alle malattie all’efficienza riproduttiva degli animali, fino alla gestione degli allevamenti.

“Un capitolo quest’ultimo che sarà sempre più strategico – ha concluso Pè-. Le nostre aziende devono sempre più porsi obiettivi non solo tecnici ma anche economici, al fine di un miglioramento della redditività che è condizione necessaria per garantire il futuro del comparto. Ed anche in questo caso l’Apa sarà un alleato prezioso per tutta la filiera”.

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