Viale Piave, in un condominio notti insonni per tutto il mese del Ramadan

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Una convivenza difficile da ormai due anni, resa impossibile nell’ultimo mese, quello del Ramadan. Tra i condomini del civico 201 di viale Piave e l’associazione Muhammadiah ed i suoi adepti le cose vanno sempre peggio. Se durante l’anno è il venerdì il giorno più problematico, nel mese di durata del Ramadan ogni, sera, o meglio ogni notte, è stata un calvario per le famiglie dei 20 appartamenti situati sopra i locali adibiti a sede del centro islamico.

I fedeli giungevano in viale Piave all’ora del tramonto. 50, 60 per sera, e si trattenevano fino a tarda notte per pregare, cantare e mangiare dopo la giornata intera di digiuno. Peccato che con le finestre aperte per il gran caldo le famiglie ai piani superiori sentissero tutto, e trovassero estrema difficoltà a prendere sonno. La testimonianza di alcuni condomini è raccontata stamane sulle colonne di Bresciaoggi, ma i condomini stessi non si sono limitati a questo: da oltre un anno si sono costituiti parte civile nel rivolgersi, assieme al Comune di Brescia, al Tar, che ha stabilito che l’ordinanza di chiusura del centro emessa dalla Loggia è da rispettare. La sentenza però è stata confutata dal Consiglio di Stato, che ora dovrà nuovamente esprimersi. Nell’attesa l’attività del centro islamico prosegue.

Al prossimo Ramadan manca ancora un anno, i condomini sperano di avere prima la nuova sentenza. Pur essendo per loro legittimo il diritto dei musulmani di ritrovarsi per pregare, sperano che l’associazione trovi un nuovo luogo per farlo, lontano dalle abitazione dove dormono le famiglie.
(a.c.)

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