Rapporto Caritas: a Brescia i poveri sono sempre di più, e stanno sempre peggio

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Giovani senza sostegno familiare che non trovano lavoro. Adulti licenziati senza più cassa interazione o sussidio, ai quali tutte le porte vengono chiuse in faccia. Persone la cui situazione è complicata da problemi di salute, da dipendenze, da traumi. Padri e madri rimasti soli con figli da mandare a scuola, da curare. E poi i pensionati con l’affitto insostenibile da pagare, e gli extracomunitari emarginati, senza documenti, e i barboni. La situazione sulla povertà nel capoluogo è stata impietosamente fotografata dalla Caritas Diocesana all’interno dell’annuale rapporto. I dati 2012 sono drammatici, ma fanno ancora più impressione quelli del 2013: nei primi 6 mesi dell’anno gli aiuti elargiti sono stati pari a tutti quelli dell’anno precedente.

Il report annuale è contenuto nel lavoro Un anno con Caritas, sfogliabile anche on-line sul sito della Caritas. Il prezioso sostegno fornito dalla Caritas diocesana sta di fatto salvando migliaia di bresciani, che altrimenti non saprebbero come vivere. L’aiuto dei volontari e dei religiosi cittadini si manifesta attraverso cinque azioni. ll microcredito complessivamente ha visto l’elargizione di 966.960 euro, con l’importo massimo dei prestiti pari a 3mila euro per famiglia. L’operazione Ottavo giorno ha coinvolto 5.945 famiglie alle quali sono stati distribuiti 43.190 pacchi alimentari con beni di prima necessità, per un valore complessivo di 812.577 euro. La Mensa Madre Eugenia Menni presso le strutture delle Ancelle della Carità ha avuto come ospiti 1.309 poveri, ai quali ha erogato 39.991 pasti caldi. Il sostegno all’occupazione ha coinvolto 22 persone, trovando loro un lavoro, sostenendo finanziariamente con 35.545 euro le aziende che si sono fatte carico dell’assunzione. Infine il fondo assistenza ha erogato sussidi complessivi per 236mila euro. Sono tanti soldi, ma non bastano mai, soprattutto se c’è da far fronte anche ad emergenze straordinarie, in Itala ma anche in zone disagiate nel mondo, come ad esempio il terremoto del 2012 nel Nord Italia, il terremoto di Haiti del gennaio 2010, la tremenda siccità nel Corno d’Africa e molto altro ancora.

Il vescovo Luciano Monari, intervenuto alla presentazione del rapporto, ha raccomandato di non abbandonare la speranza, ad avere il coraggio per riuscire a sopportare le difficoltà e a fare del bene per chi sta peggio di noi.
(a.c.)

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1 COMMENT

  1. Gli immigrati ci sono perchè le armi che vendiamo ai loro governi li stanno sterminando tutti. Lo faremmo anche noi se iniziassero a bombadarci con gli F35. Se la Eurogendorf iniziasse una repressione dei cittadini saremmo nelle loro stesse condizioni. Per fermare l’immigrazione bisogna prima fermare il commercio di armi con i loro governi. Svegliaaaaa c’è qualcuno qui o sono tutti elettori del PD-L?

  2. concordo sul fatto che il commercio delle armi sia bieco, ricordo pero’, sommessamente, che il 90% dei tutsi morti ammazzati dagli hutu in ruanda, un milione in qualche settimana, venne ucciso a colpi di machete…ora…fors e fanno anche quelli a lumezzane, e li chiamano podett…pero’…

  3. Strano. Non mi risulta che dagli aerei siriani sganciassero machete sulla popolazione. E nemmeno in Iran. Devo rileggermi bene le notizie. In effetti non hanno mai detto che sganciassero delle bombe a forma di machete..ma allora tutti quei spari e scoppi che cosa erano? Forse un fotomontaggio fatto ad arte.

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