Il Pdl chiede di inserire in ordine del giorno un punto contro la legge sull’omofobia

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Una legge puramente ideologica, del tutto priva di utilità dal punto di vista legale, lesiva della libertà di pensiero e di credo religioso. Sono queste le parole che i consiglieri in Loggia del Popolo della Libertà hanno utilizzato per descrivere la legge contro l’omofobia in discussione in queste settimane in Parlamento. L’occasione per la quale i consiglieri hanno epresso la loro opinione è dovuta alla proposta di inserire in ordine del giorno della seduta di lunedì un punto per invitare lo stesso Consiglio a prendere posizione, con ogni mezzo, contro la proposta di legge.

Concretamente i consiglieri Pdl vorrebbero votare affinché l’assemblea invii alla presidenza del Consiglio dei Ministri, a tutti i parlamentari bresciani e al Parlamento Europeo, e poi a tutti gli organi di stampa, una mozione dove si esprima la contrarietà alla legge. Perché? Si legge nella proposta, riportata stamane sulle colonne di Bresciaoggi: «Se fosse introdotto il disegno di legge attualmente in discussione in Parlamento i sacerdoti, i catechisti e gli insegnanti di religione che citeranno brani di San Paolo o il Catechismo della Chiesa Cattolica o buona parte della Dottrina Sociale della Chiesa inerenti l’omosessualità potrebbero essere denunciati alle autorità pubbliche e condannati fino ad un anno e sei mesi». Non solo, secondo i consiglieri la legge in discussione sarebbe per certi versi inutile in quanto le persone omosessuali già ora godono di tutti gli strumenti giuridici previsti dal codice penale contro ogni forma di discriminazione, violenza o offesa alla dignità personale.
(a.c.)

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1 COMMENT

  1. Attualmente il codice penale prevede che quando un reato sia commesso sulla base della razza, dell’etnia o della religione della vittima, questo elemento debba essere considerato come una circostanza aggravante. Tuttavia queste norme non si applicano ai reati motivati dall’orientamento sessuale o dall’identita’ di genere della vittima. Per questo é importante la legge contro l’omofobia.

  2. E sì, la legge sull’omofobia è proprio di fondamentale, basilare importanza , per il progresso , per la civiltà , per il futuro dell’umanità intera…..Come quella sul femminicidio. Si sono visti i risultati: gli omicidi sono(purtroppo) aumentati. A forza di "leggi speciali" con le aggravanti dove andremo a finire???Vedremo quanto ci sarà da divertirsi con i magistrati italiani che applicheranno questa fondamentale legge per la civiltà a tutte le cavolate…pur di farsi un poco di pubblicità.

  3. Nei giorni in cui si discute di legge contro l’omofobia, capita di riflettere sulle proprie cicatrici, segni che rimangono impressi per tutta la vita, alcune visibili, altre invisibili. Non siamo nel film "Scarface" di Al Pacino ma nella vita di tutti i giorni. Ciascuno ne ha una, come tutti. Quando ci si guarda allo specchio, duro e così spudoratamente sincero, ricordano cosa si è stati e cosa è inciso nella carne, cosa è inciso negli occhi. Può essere la cicatrice di un sopracciglio, procurata per un banale insulto, una battuta su un amico che difendi, in un sabato sera qualunque trascorso a ballare. Col risultato di un segno che ti porterai per sempre, frutto della stupidità che sfocia nella violenza omofoba. Una notte improvvisamente piombata nel silenzio assordante; una sconfitta per un gesto gratuito. Si smarrisce il senso del rispetto verso l’altro, e basta davvero poco per colpire la diversità per paura, per ignoranza, senza capire che è la diversità di ciascuno che ci rende straordinariamente unici. E poi ci sono loro: cicatrici del cuore, laddove l’amore non riesce a scavalcare muri troppo alti come quelli dell’omofobia verso se stessi. Pur avendo lottato sino all’ultimo filo di energia, brucia la sconfitta di vedere intatto quel nodo che a volte stringe la gola di chi non accetta la propria natura. Chi distrugge invece di costruire la propria strada, la propria felicità, il proprio futuro e si rifugia nel silenzio assordante ed artificiale di una coscienza prostrata, per fuggire da sé. Impossibile, inutile. Ciascuno di noi ha bisogno di ricordare chi è: quel piccolo grande segno sulla carne o nel cuore che può averti cambiato la vita ti insegna a non dimenticare, e magari a ridere mentre piangi. Esattamente come è successo a noi: Giovanni, Giuliano e chissà quanti altri. Dare voce a chi non ne ha, a chi ha paura di raccontare e di raccontarsi, non riuscendo a rimarginare delle ferite che non diventano cicatrici. Non sempre ci si rende conto che dietro un dibattito come quello che c’è in Parlamento e nel Paese sull’omofobia, ci sono storie, cicatrici, a volte ferite di persone vittime del pregiudizio. Piccole e grandi, troppo spesso avvolte dal silenzio. Eppure una società aperta è quella che include le differenze, di ogni tipo. Non basta certo una legge, pur attesa da trent’anni, per risolvere una questione culturale.
    Che si affronta con una seria strategia di lotta alle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale. Perché il nodo è la libertà di essere e vivere se stessi, senza discriminazioni. Ed è una libertà che si conquista ogni giorno e non toglie nulla, e non deve togliere nulla, a quella sacrosanta libertà di confrontarsi anche con chi ha i pensieri più distanti dai nostri. Senza che questo si trasformi in violenza contro se stessi o contro gli altri. Cicatrici, bellezza, unicità: saranno la parte più sensibile ma anche quella più forte di noi. Per vivere senza la paura di essere quello che si è.
    "È sempre bellissima / la cicatrice / che mi ricorderà / di esser stato felice ",
    per dirla con i Subsonica.

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