Ora che Mirco è tornato a casa, nella sua Serle, anche gli amici sono più tranquilli nell’esprimere i propri sentimenti e stati d’animo. Sulle pagine del giornale di Brescia, i titolari del bar le Rose, nel centro del paese, hanno ripercorso gli attimi subito dopo la scarcerazione del compaesano: Tutti si sono abbracciati, abbiamo gridato di gioia hanno raccontato -. Poi ci siamo guardati negli occhi: piangevamo come bambini, nessuno escluso. Che bella notizia. Mirco non meritava di stare in prigione. É un ragazzo così mite, gentile, riservato. Se avrà bisogno di qualcosa, adesso o in futuro, siamo pronti ad aiutarlo.
A queste belle parole si sono unite anche quelle degli amici storici di Mirco, Marco e massimo che, sempre sul GdB hanno dichiarato: Siamo vicini a un ragazzo buono e sfortunato – dicono. -. Confidiamo nel lavoro della magistratura, siamo sicuri che la verità si farà strada. Adesso organizzeremo una raccolta di fondi per aiutare la famiglia a sostenere le spese legali. Ma un pensiero va anche al ladro albanese: La perdita di una vita, anche se si tratta della vita di un ladro, non può che addolorare. Noi non siamo razzisti, Serle non è il Far West.
è meglio un ingiusto processo che un bel funerale….
quí abbiamo sia il funerale che il processo. Proprio una bella conclusione….
“La perdita di una vita, anche se si tratta della vita di un ladro, non può che addolorare. Noi non siamo razzisti, Serle non è il Far West”. Hanno ragione gli amici di Mirko.