Beretta spera nella maxicommessa indiana da 66mila fucili, 300 milioni di dollari

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E’ già utilizzato dall’esercito italiano, da quello dell’Egitto, dell’Albania, del Turkmenistan e dalla polizia messicana, ma il colpaccio sarebbe se finisse nelle mani dei soldati indiani. Stiamo parlando del fucile Beretta Arx 160, che alcune indiscrezioni riportate dalla rivista inglese «Jane’s» accrediterebbero come uno dei possibili modelli che il paese asiatico sta valutando per una maxi fornitura da definire nelle prossime settimane.

Per capire l’importanza della commessa è sufficiente dire che oltre alla prima fornitura da 66 mila pezzi, per un valore di 300 milioni di euro, lo stato indiano prevede un successivo piano di produzione per altri 113mila fucili da realizzare in loco sotto la supervisione della società che si aggiudica l’appalto. Oltre alla Beretta sono in gara altre tre armi, l’israeliano Galil Ace 1, l’americano Colt Advanced Combat Rifle, e il Cz 807 della Repubblica Ceca.

Come spiegato sulle colonne di Bresciaoggi in edicola stamane, che riporta la notizia, per la Beretta non si tratterebbe della prima commessa indiana: solo due anni fa il governo indiano ha scelto la carabina MX4 Storm per una fornitura da 68mila pezzi, le cui consegne sono appena iniziate. Speriamo si tratti di un buon auspicio.
(a.c.)

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5 Commenti

  1. il karma di questa valle sarà sempre negativo e pesante finchè non smettiamo di costruire armi da guerra. Le armi uccidono ed indirettamente contribuiamo e siamo complici di un progetto distruttivo che va contro ogni moralità e diritto umano.. la vita è un boomerang… tutto ciò che creiamo attraverso il pensiero e le azioni ci viene restituito… cause positive= effetti positivi, cause negative= effetti negativi … la legge di causa /effetto è inesorabile.

  2. Speriamo che il caso Marò non influisca negativamente. Il carma della valle e di quelle limitrofe è di aver tanta voglia di lavorare, e bene, anche se sono armi. !!

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