Mancata visita della Kyenge a Brescia, Borghesi (Lega): il Pd non dà risposte coerenti

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E’ ancora aperta la questione della mancata visita del ministro Kyenge a Brescia a settembre, assenza giustificata inizialmente dalla ministra per impegni sopraggiunti, dopo che il suo ex capo segreteria, Paolo Carletti, aveva dichiarato che quella famosa visita saltò perché, tramite una mail, erano stati avvisati dal sindaco Del Bono di possibili "gesti eclatanti e rischiosi per la Ministra, soprattutto da parte di Forza Nuova". A intervenire sulLa questione è l’onorevole Borgesi della Lega che accusa il Pd di non dare risposte coerenti e la ministra di scaricare le colpe sul suo ex collaboratore.

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

“Stiamo assistendo a qualcosa di surreale. Mi chiedo come possa essere possibile che a fronte di una mancata visita di un Ministro per un normale accavallamento di impegni istituzionali si assista a quanto nostro malgrado siamo costretti a vedere. Il Ministro ha scaricato nuovamente tutta la responsabilità sul suo ex collaboratore, ha parlato di corrispondenza informale che non sta alla base delle sue decisioni e ha confermato la tesi già esposta in Parlamento durante il mio precedente question time” afferma Borghesi.

“E’ tutto alquanto singolare – prosegue Borghesi –  Un collaboratore che, non si capisce per quale motivo, avrebbe orchestrato tutto questo per poi rimetterci il posto di lavoro. Una corrispondenza informale che sconsiglia al Ministro di partecipare per questioni di ordine pubblico nella quale viene citato il sindaco Del Bono del PD che invece si dice estraneo ai fatti. Un altro deputato del PD, Alfredo Bazoli, che in una intervista a Teletutto dichiara che il Ministro ha fatto bene a non parlare in Parlamento di problemi di ordine pubblico per non creare allarme sociale. Persino i migranti della CGIL si sono detti traditi da questi comportamenti, hanno detto di voler conoscere la verità e che chi dice bugie deve pagare”.

“Gli esponenti del PD– conclude Borghesi – dovrebbero quantomeno parlarsi e mettersi d’accordo sulla linea da tenere, lo spettacolo a cui abbiamo assistito è penoso ed imbarazzante, è evidente che c’è qualcosa che non torna in tutta questa vicenda. Abbiamo assistito ad una serie di figuracce che hanno danneggiato l’immagine di Brescia, dipinta come città insicura, e dei bresciani, fatti passare  come violenti e razzisti. Gli esponenti PD dovrebbero chiedere scusa alla città, si sono dimostrati palesemente non all’altezza di gestire la situazione con comportamenti ambigui dei quali non si vogliono assumere le responsabilità.”

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7 Commenti

  1. Respira a fondo: la Kyenge non farà parte del nuovo governo. La tua vita tornerà a splendere e potrai sfogare il tuo odio verso qualche nuovo obiettivo.

  2. A dar conto dei rimborsi di viaggi, alberghi, cene e pranzi è stato Franco Bechis che su Libero ha messo sotto la lente di ingrandimento le spese pazze del governo uscente e in particolar modo dell’ex ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge che più di tutti ha contribuito a far lievitare il "monte premi" chiedendo indietro la bellezza di quasi 54mila euro. Di questi 42.740 euro e 74 centesimi sono andati in mezzi di trasporto, mentre 11.154 euro e 73 centesimi in pernottamenti e pasti.
    La lista della spesa lasciata in eredità al governo Renzi è bella alta. Anche perché non solo non tiene conto dei ministri con portafoglio, ma soprattutto perché annovera solo le spese extra-ordinarie. Le note spese presentate a Palazzo Chigi non riguardano i viaggi istituzionali, ma solo quelli fuori dei costi ordinari. Spese in più, insomma, non previste dal budget. E quella che ci ha dato maggiormente dentro è stata sicuramente la Kyenge che ha battuto anche Letta.
    Nei mesi al ministero all’Integrazione ha lungheggiato in trasferte, pranzi e missioni all’estero. Bechis è andato a vedere, voce per voce, come l’ex ministro è riuscita a sperperare oltre 42mila euro per spese extra-ordinarie. Si passa dall’incontro con gli Azzurri a Torino alla comparsata al Festival di Venezia. E ancora: il tour delle Americhe per sedere a un pranzo organizzato in suo onore dal Gei a New York e presenziare al vertice mondiale degli afro-discendenti in Colombia. Tutte spese che adesso verranno saldate con i soldi degli italiani.

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