“Nei primi 12 casi di pazienti trattati a Brescia non abbiamo registrato eventi avversi”. Queste le parole dei vertici del comitato etico degli Spedali Civili di Brescia (Carmen Terraroli e Francesco De Ferrari) in audizione alla commissione Sanità del Senato per l’indagine sul caso Stamina.
Come riporta l’edizione bresciana del Corsera, Terrarroli e De Ferrari si difendono dicendo che l’azienda ospedaliera comunicò loro che Stamina era un’organizzazione che aveva sviluppato e brevettato la metodica negli ultimi 5 anni. “Ci siamo fidati della documentazione- aggiunge Terraroli-. Chiaramente non c’era una pubblicazione specifica di Stamina, ma la documentazione su altri metodi (somministrati sempre endovena ed endorachide) non mostravano evidenti effetti collaterali e davano qualche rilievo positivo contro le malattie neurologiche degenerative come Parkinson e Sla”.
“La valutazione che si è fatta (prima di procedere con i primi casi)- conclude Terraroli- è consistita nell’analisi della letteratura scientifica, che è molto fiorente, soprattutto con studi preclinici e di fase 1 e 2 su metodiche simili a quella di Davide Vannoni”.