Indagine, sindaci lombardi a confronto: due su tre condannano la legge di stabilità

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Lavoro, economia, tasse e risanamento finanziario: queste le priorità secondo i sindaci lombardi che, sempre più numerosi (oltre i 2/3 secondo IPSOS), condannano la legge di stabilità e invocano un rafforzamento della capacità di imposizione autonoma degli enti locali. Sul fronte dei cittadini, in un contesto generalizzato di crisi economica e diffidenza verso la politica e le istituzioni, la fiducia verso l’ente comunale sembra invece tenere, tanto che è proprio sui Sindaci che ricadono le sempre più rilevanti richieste di protezione sociale da parte dei cittadini (il 93% dei quali le rileva in aumento). Lo rivelano i risultati dell’indagine annuale dell’Osservatorio IPSOS- ANCI Lombardia “Le opinioni dei cittadini e dei Sindaci lombardi” presentata venerdì scorso a Brescia, a Palazzo Loggia, nel corso dell’ottava delle dodici tappe del tour che in queste settimane sta portando ANCI Lombardia nei capoluoghi di Provincia ad incontrare i territori per recepire le istanze di amministratori, associazioni e cittadini lombardi.

 

A dialogare con un’attenta platea, ben rappresentativa dei 206 Comuni della provincia di Brescia e delle molteplici realtà del territorio, il Presidente del Consiglio Comunale di Brescia Giuseppe Ungari, il Presidente di ANCI Lombardia Attilio Fontana, il Vice Presidente di ANCI Lombardia Roberto Scanagatti e la Presidente del Dipartimento piccoli Comuni e gestioni associate ANCI Lombardia Ivana Cavazzini.

“Il dato dell’indagine IPSOS – ha commentato Fontana – non sorprende: il sistema dei Comuni ha permesso, in questi anni di crisi, la tenuta del Paese e ha dato risposte a molte delle istanze che sono pervenute dalla società civile e dal mondo economico – produttivo, e soprattutto ha garantito i servizi e il sostegno alle difficoltà sociali in un momento di evidente scarsità di risorse. Con questa consapevolezza intendiamo riaffermare la centralità dell’azione comunale per lo sviluppo e il sostegno dei territori”.

In particolare ci si è soffermati sulla difficile situazione finanziaria dei Comuni che, dal 2007 al 2013, hanno contribuito al risanamento delle finanze pubbliche per oltre 16 miliardi di euro, di cui oltre la metà per tagli ai trasferimenti e per il restante come obiettivi del patto di stabilità. La conseguenza è stato un crollo degli investimenti di circa il 30%, peggiorando così la già pesante crisi economica, e un blocco dei pagamenti alle imprese.

“Sull’IMU – ha aggiunto Fontana – è bene ricordare che i Sindaci hanno fatto gli esattori per conto dello Stato. Noi sappiamo assumerci le responsabilità di fronte ai nostri cittadini e per questo chiediamo che ci sia riconosciuto l’intero gettito Imu e ci siano dati obiettivi di risparmio lasciando a noi decidere come farlo. Invece in questi anni abbiamo assistito ad una serie di norme che hanno calpestato l’autonomia dei Comuni col risultato di rendere tutto più difficile, contraddittorio, incerto e con i cittadini ormai impossibilitati a capire di chi è la responsabilità dell’aver fatto o meno una cosa".

All’ordine del giorno, oltre alla presentazione dei risultati dell’indagine IPSOS, i principali temi dell’agenda delle autonomie locali: finanza locale, piccoli Comuni, gestione associata dei servizi, fusioni e Unioni di Comuni, percorso necessario per salvaguardare autonomia dei Comuni e offrire più servizi di qualità.

“Chiediamo flessibilità e coerenza come nel resto d’Europa – ha concluso Fontana – per premiare le gestioni associate più stabili e le fusioni. ANCI ha ottenuto per i piccoli Comuni quasi l’azzeramento dell’obiettivo del patto di stabilità. Non si capisce allora perché mantenerlo viste le assurde rigidità che provoca”.

“L’obiettivo di questi incontri – ha sottolineato Scanagatti – è quello di coinvolgere i Comuni per elaborare proposte e prospettive per il futuro del sistema degli Enti locali, ascoltare le istanze degli Amministratori, presentare dati e scenari, raccogliere perplessità, riflessioni e stimolare il dibattito con l’opinione pubblica. Risultato pienamente centrato nella tappa bresciana. Ora ci auguriamo di replicare con lo stesso successo anche negli altri capoluoghi di Provincia”.

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1 COMMENT

  1. Una lettura seria ed interessante della situazione attuale da proporre all’opinione pubblica. Pochi infatti sanno che il cosiddetto patto di stabilità interno chiama i Comuni a sanare, di fatto, le finanze pubbliche statali attraverso un meccanismo contabile e finanziario perverso che non premia i Comuni più virtuosi, ma anzi introduce rigidità ineludibili. Non solo, ma la selva di leggi, controleggi, mosse, contromosse, decisioni contradditorie dello Stato in tema di IMU, Tares, Tasi, addizionali IRPEF, ecc.(le entrate da prevedere) sta impedendo ai Comuni di redigere con puntualità ed attendibilità i bilanci previsionali e quindi di operare scelte sulla spesa che i cittadini non possono attendere (vedasi il tema dei servizi sociali). Altro che decentramento e federalismo…

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