Famiglie di fatto, dal Pd bresciano l’apertura: anche a Brescia è ora dei fatti

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Con una lettera aperta il responsabile provinciale del Dipartimento Diritti civili del Pd, Michelle Cotti Cottini ha espresso la propria apertura nei confronti della battaglia intrapresa dal Comitato “Nuove famiglie uguali diritti” per il riconoscimento da parte del Comune delle coppie di fatto.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA:

Esprimo il mio apprezzamento per la battaglia politica e culturale che il Comitato “Nuove famiglie uguali diritti” di Brescia sta portando avanti, proponendo al Consiglio Comunale una regolamentazione che riconosca le cosiddette “coppie di fatto”. L’Italia sconta un ritardo storico su questo tema. Un ritardo che incide sulla vita di milioni di uomini e donne, giovani e non giovani, eterosessuali e omosessuali: persone che convivono, si amano, ma per la legge sono pari ad estranei. Si tratta di un ritardo che, va detto fuor da ogni ipocrisia, è anche conseguenza delle debolezze e timidezze del centrosinistra, a partire dalla sua forza principale, l’Ulivo prima, il Pd ora. D’altro conto nessun avanzamento sarà possibile nel campo dei diritti civili delle “nuove famiglie” senza il Pd. Solo il Pd, con i suoi numeri e il suo radicamento nella società italiana, può permettere di trasformare in vittorie concrete gli slogan di tante manifestazioni, passando dalle parole ai fatti e favorendo una cultura dei diritti diffusa.

Ciò è vero anche a Brescia, dove – dopo la bocciatura della proposta di iniziativa popolare da parte del Comitato tecnico di valutazione – il Comitato può dimostrare maturità e lungimiranza cercando un confronto costruttivo con il Gruppo Consiliare del Pd, senza cedere a tentazioni polemiche o rischiosi irrigidimenti. Con la determinazione e la pazienza necessarie per tessere una tela estesa, tanto in Consiglio quanto nell’opinione pubblica. Dall’altra parte il Pd deve avere l’umiltà di raccogliere una sfida e una proposta che – è giusto riconoscerlo – sono nate fuori da noi. Ma non di sole primarie vive un partito aperto: il confronto costante con il ricco mondo dell’associazionismo dovrebbe essere un pilastro del nostro agire politico. Il Pd provinciale, costituendo per la prima volta un Dipartimento tematico sui diritti civili, intende rispondere a questa e altre sfide.

Se è innegabile che sul tema dovrebbe essere il Parlamento a decidersi ad approvare una legge degna di un Paese europeo, Brescia ha ora l’occasione di unirsi agli oltre 150 Comuni italiani che hanno fatto da apripista nel riconoscimento delle “coppie di fatto”. Una decisione importante per agire da pungolo sul livello nazionale, ma anche per dare risposte concrete a disuguaglianze insopportabili, figlie di leggi ferme ad una società che nella realtà non esiste più. E – aspetto tutt’altro che secondario – per contrastare con forza discriminazioni crudeli, dando coraggio a chi ancora oggi, anno 2014, è costretto a sopportare atti di omofobia, in città come nella periferia della provincia. Non è una questione eticamente sensibile: non si tratta di legiferare sull’inizio o la fine della vita, o sul rapporto tra scienza e uomo. È una questione di civiltà e il Pd non può che stare dalla parte di chi si batte per l’allargamento dei diritti.

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