Un bresciano tra i ghiacci: il docufilm che racconta l’avventura oltre i limiti di Aldo Mazzocchi

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Martedì 18 marzo, a partire dalle ore 21, nell’Aula Magna dell’Università di Medicina, in viale Europa, 11 a Brescia, Aldo Mazzocchi e Ottavio Tomasini presenteranno il docufilm realizzato durante la Yukon Arctic Ultra 2013, una delle corse più dure al mondo, una gara dove uomo e natura si sfidano ad armi impari attraverso i ghiacci canadesi in tre diverse categorie: bikers, runners e skier.

La vittoria di un italiano nella categoria bike non ha precedenti nella storia della competizione. Aldo Mazzocchi, in 180 ore, comprese le soste, ha percorso circa 730km su neve e ghiaccio in sella alla sua  fat bike (una particolare mountain-bike da neve), partendo da Whitehorse e tagliando, per primo assoluto, il traguardo di Dawson City, dopo avere attraversato un ambiente inospitale e impervio, caratterizzato da temperature artiche.

Le ferree regole della gara prevedono che gli atleti non possano ricevere alcun aiuto esterno, eccezion fatta per l’acqua (ottenuta dalla neve sciolta) che viene fornita agli atleti nei sette check-point. Ogni atleta deve avere con sé tutto il necessario per essere autosufficiente, come un particolare fornello per sciogliere la neve, il cibo, il necessario per bivaccare, il sistema di illuminazione per illuminare il percorso nelle ore notturne, l’abbigliamento sufficiente per le diverse condizioni atmosferiche, un kit di pronto soccorso personale e un apparato che trasmetta via satellite agli organizzatori la propria posizione.

 Paesaggi incontaminati, cieli bianchi come la neve che circonda la natura immota e aurore boreali che tolgono il respiro, hanno fatto da sfondo a una gara ai limiti, dal punto di vista fisico e psicologico. «La soddisfazione di spingermi ai confini dei miei limiti e di cercare di superarli,  l’amore incondizionato per lo sport, vivere esperienze forti e la smania di conoscere mondi nuovi, sono alcune delle motivazioni che mi hanno spinto ad affrontare una sfida di questa portata. A un certo punto della gara mi sono reso conto di essere preda delle allucinazioni, causate dal  freddo e dalla fatica assoluti cui stavo sottoponendo il mio corpo. In questi momenti la mente resetta la fatica e ti porta a proseguire lungo il trail in una sorta di trance dal quale ti risvegli solo col raggiungimento del tanto agognato traguardo» – racconta Aldo Mazzocchi.

Grazie all’amico Ottavio Tomasini sarà possibile rivivere, almeno in parte, questa avventura ai confini del mondo. «Essere parte di questo progetto e poterlo documentare con foto e video, rendendolo eterno, è stata un’esperienza unica. Non posso fare altro che ringraziare Aldo per avermi voluto con lui. Vederlo soffrire, senza mai mollare, è stato un esempio di determinazione degna di un grande atleta» – afferma Ottavio Tomasini.

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