Consiglio provinciale all’attacco: “Per 55 centesimi a cittadino è assurdo abolirci”

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Il Consiglio provinciale di Brescia (e le relative commissioni consiliari) sono costati 0,55 centesimi di euro ad ogni cittadino bresciano. Certo non una cifra significativa, tant’è che nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’attività consiliare relativa al 2013, presidente e vicepresidente del Consiglio provinciale, rispettivamente Bruno Faustini e Antonella Montini, non hanno mancato di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e hanno tuonato: “C’è pure chi ha il coraggio di chiamarci ‘casta’, se qualcosa deve essere tagliato, non è certo ai consigli provinciali che bisogna guardare”.

La polemica sollevata da Faustini e Montini arriva alla vigilia del voto sul disegno di legge Delrio sulle città metropolitane, sulle Provincie e sulle fusioni di Comuni in programma domani, mercoledì 25 marzo, in Senato. “Il Governo non dovrebbe tagliare indiscriminatamente dei pezzi del sistema, ma riorganizzarlo secondo logiche più attuali e tenendo conto dei compiti svolti da ogni ente – tuonano presidente e vice – la sensazione è quella di fare da capro espiatorio per tutta una serie di altri enti che non hanno voluto fare autocritica”.

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1 COMMENT

  1. In effetti siamo un paese strano. Fino al 1970, benchè previste dalla Costituzione, non abbiamo dato avvio alle Regioni. Poi alle Regioni si è dato troppo potere, competenze e risorse facendone alla fine un duplicato del centralismo burocratico statale. Nel frattempo i Comuni dovevano elemosinare a provincia, regione e Stato. Poi un sussulto di sussidiarietà negli anni novanta, ma anche un proliferare incontrollato di società e di Enti Pubblici spesso totalmente inutili ma ricettacolo di cariche e laute prebende politiche di secondo livello. Quindi, assai tardivamente, il patto di stabilità, la spending review, e infine i circa due miliardi di risparmi derivanti dalla riorganizzazione o eliminazione delle Provincie. Sembra sempre che l’analisi sia condotta con molta approssimazione e soprattutto non indirizzata sul bersaglio principale di revisione del sistema istituzionale pubblico: le migliaia e migliaia di Enti inutili che abbiamo appunto già citato.

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