La Regione premia le imprese bresciane “smart” con quasi 6 milioni di euro

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Quasi sei milioni di euro a due progetti “made in Brescia”, innovativi per visione e finalità. Si tratta di due dei cinque progetti presentati nell’ambito del POR-FESR 2007-2013 e precisamente l’ “Avviso pubblico per la realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel settore delle smart cities and communities” che Regione Lombardia ha promosso con un Decreto della D.G. Attività produttive, ricerca e innovazione il 20 marzo 2013 e del quale due giorni fa è stata pubblicata la graduatoria di approvazione dei progetti ammessi e non ammessi al contributo.

Primo posto in tutta la Regione un progetto targato A2A nel campo della sostenibilità ambientale e delle smart grids (le reti intelligenti di distribuzione dell’energia e dei servizi connessi) chiamato S.C.U.O.L.A., acronimo di “Smart Campus as Urban Open Labs”, del valore di 10mln di euro e finanziato con quasi 4 mln, il massimo previsto.

Segue il progetto di Bialetti Industries “Smart Break”, focalizzato nel campo della domotica e dell’innovazione sociale, con un valore di 5 mln e un finanziamento concesso di quasi 2 mln.

“Un grande risultato”, dichiara la vicesindaco Laura Castelletti, assessore all’Innovazione e alla Smart City, “per la nostra città e per le imprese che da anni, nonostante la crisi economica e la situazione difficile, hanno deciso di investire nell’innovazione, cioè nella riqualificazione dei processi e delle persone. Questi progetti hanno scelto di trovare casa a Brescia e sono stati appoggiati dall’Amministrazione perché perseguono obiettivi vicini alla smart city come l’aumento dell’efficienza e l’educazione alla responsabilità e all’adozione di stili di vita più sostenibili”.

Il progetto di A2A, per esempio, unisce il rinnovamento della rete elettrica con una serie di iniziative che ruotano intorno agli impianti fotovoltaici domestici e alle automobili elettriche di ultima generazione. Bialetti, invece, sta studiando come rendere i corner aziendali per le pause caffè dei veri e propri angoli per il benessere, dove ognuno può prevenire patologie legate all’alimentazione e salvaguardare le proprie intolleranze.

“Sono due progetti molto diversi eppure con lo stesso impatto concreto e immediato nella vita delle persone che viene migliorata sotto molti aspetti”, continua la vicesindaco. ”Essere smart significa proprio questo, far agire il singolo in modo che l’intera collettività ne tragga benefici tangibili. Un’ultima considerazione: la competizione su questo bando è stata davvero tosta, perché i fondi erano limitati e i progetti corposi. I due progetti bresciani sono risultati eccellenti sia per la loro visione sia per la congruenza del budget, segno che entrambe queste realtà industriali sono abituate a realizzare con proprio investimento percorsi di innovazione su progetti fattibili, concreti, replicabili e utili. Un esempio, quello di queste nostre due aziende, che deve convincerci di come l’innovazione non sia un’azione una tantum, ma un vero e proprio stile del fare impresa. Uno stile che, ne sono certa, Brescia possiede nel proprio Dna e che può valorizzare appieno nel percorso Smart City cittadino”.

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