Livelli molto più alti nelle persone anziane rispetto a quelle giovani, e nei residenti a ridosso (verso sud) della Caffaro rispetto a tutti gli altri. Ma il dato generale è comunque positivo: in dieci anni i valori di Pcb nel sangue dei bresciani si sono dimezzati.
Si è conclusa l’analisi effettuata su 614 bresciani dall’Asl, realizzata con il contributo economico della Regione, ed i dati saranno disponibili a partire da oggi sul sito www.aslbrescia.it, raggruppati in un dossier da 54 pagine i cui contenuti sono presentati stamane sulle colonne di Bresciaoggi.
I risultati che riassumono lo screening effettuato sui residenti (suddivisi in in cinque macroaree, una a Sud della fabbrica, due confinanti – quartiere I Maggio ed ex Quinta circoscrizione, una dei quartieri non confinanti e l’ultima per i comuni di Castel Mella e Capriano del Colle) evidenzia che sia il valore mediano di Pcb nel sangue (passato da 4,8 a 2,5 microgrammi per litro) sia il valore massimo (passato da 23,7 a 11,6 microgrammi), è diminuito. Risultati positivi anche per altri due fattori: è scesa dal 10,1 al 3,5 la percentuale di soggetti con un valore di Pcb superiore ai 15 microgrammi per litro, e da 18,1 a 6,3 quella dei soggetti con un livello superiore ai 10 microgrammi per litro.
Un altro dato evidenziato dall’indagine è che nelle persone anziane, dai 70 ai 79 anni, il livello medio di Pcb nel sangue è dieci volte superiore rispetto ai giovani dai 20 ai 29 anni: il valore passa dagli 11,18 allo 0,74 microgrammi per litro. Questo risultato è frutto sia della chiusura della fabbrica che dalle restrizioni del 2001 sugli alimenti prodotti nelle aree contaminate.
Infine una considerazione sulla provenienza delle persone sottoposte all’analisi: il valore massimo di policlorobifenili al di sotto del quale si colloca il 95 per cento della popolazione residente immediatamente a sud della Caffaro è di sei volte superiore rispetto a quello delle persone residenti altrove (54,95 microgrammi per litro contro 9,27).
(a.c.)