Potrebbe essere un problema il fatto che la prima falda sotto la ex cava Piccinelli abbia sia risalita fino a raggiungere e a toccare di circa venti centimetri il fondo dei rifiuti. Usiamo il condizionale, perché secondo quanto dichiarato dalla direttrice dell’Arpa Maria Luisa Pastore al Corsera di Brescia, l’acqua prelevata dai piezometri “non presenta radioattività”. Stesso risultato comunicato anche l’8 gennaio scorso nel corso di una conferenza stampa nella quale Arpa aveva affermato che era tutto sotto controllo, anche se si sta pensando di far abbassare il livello della prima falda con l’installazione di pompe idrovore (proprio come era successo in via Milano con la Caffaro).
Secondo i campionamenti dell’Asl del cesio 137 non c’è mai stata traccia nell’acquedotto cittadino. In passato la falda aveva già toccato le scorie, l’ultimo episodio nel 2011. Da qui un quesito logico: perchè l’arpa non ha riscontrato nessuna radioattività? La direttrice di Arpa risponde così al Corsera: “È possibile che in passato, quando la falda è risalita a toccare le scorie abbia già “dilavato” la parte inferiore dei rifiuti. Ma è anche possibile che le scorie con maggior radioattività si trovino nella zona centrale e superiore della discarica stessa”. In ogni caso la situazione resta delicata, tanto che la direttrice assicura: “a breve avremo chiaro il quadro della situazione e potremo capire come meglio agire”.
Da dove sono arrivate le scorie di cesio 137 ? Abbiamo anche noi la nostra terra dei fuochi ?
Strano che si parli di prima falda. Oneda Gian Paolo, geologo della stessa agenzia Arpa, dice che la falda è solo una. Vogliamo smentire questa dichiarazione o dobbiamo pensare subito male?