Il Civile dice no alle somministrazioni. La Regione si appella ad altre strutture

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E’ ufficiale il "no" dei medici degli Spedali Civili di Brescia alle infusioni con il metodo Stamina. Dopo una difficile giornata con il presidio delle famiglie davanti all’ospedale bresciano, l’azienda ha formalizzato ufficialmente, davanti a un dirigente della Digos, il rifiuto dei medici che hanno operato fino a oggi, e "di tutti gli altri individuati dall’ospedale come eventualmente competenti, di procedere con le infusioni Stamina". "E’ stata una giornata molto difficile – ha spiegato ieri Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili – . Oggi complessivamente ci sono state notificate 6 ordinanze, due relative a pazienti già in trattamento e 4 a pazienti non ancora in carico. L’azienda ospedaliera però è impossibilitata a ricominciare le cure per tante ragioni. La biologa di Stamina, Erica Molino, ha dato una disponibilità condizionata, perché se sarà chiamata dai magistrati a intervenire sui singoli casi, lo farà solo se non avrà ripercussioni penali".

Le famiglie hanno così deciso di denunciare i medici e i vertici dell’azienda ospedaliera perché non rispettano le ordinanze dei giudici. E’ intervenuto anche l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Mario Mantovani, che ha spiegato di essere alla ricerca di nuove strutture: "Noi – ha detto – abbiamo scritto a tutti i dirigenti delle aziende ospedaliere chiedendo se c’è qualche medico disponibile a fare le infusioni e stamattina stiamo facendo questa richiesta, vediamo se qualche medico si renderà disponibile".

Intanto Daniele, il bimbo di Matera affetto dalla malattia di Niemann Pick, che ha da poco ricevuto il via libera dal Tribunale per essere sottoposto alle cure con il metodo Stamina, è stato ricoverato in gravi condizioni proprio al Civile. 

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