Ubi Banca, chiuso il trimestrale con 58,1 milioni di utile netto

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Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Scpa (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2014, che si è chiuso con un utile netto di 58,1 milioni rispetto ai 26,5 milioni nel primo trimestre del 2013. I primi mesi del 2014 hanno evidenziato, da un lato, il buon andamento del margine d’interesse, per quanto i volumi intermediati continuino, pur in presenza dei primi segnali positivi relativi alle nuove erogazioni, ad essere in flessione, nonché dell’attività finanziaria, grazie al calo degli spread sui titoli governativi, e, dall’altro lato, il proseguimento dell’attenta gestione degli oneri operativi, che ha portato ad un minor costo strutturale di funzionamento.

Nel primo trimestre dell’esercizio, la gestione economica del Gruppo ha generato un risultato della gestione operativa in crescita a 332,2 milioni di euro, in salita del 27% rispetto ai 261,5 milioni conseguiti nel 2013. I proventi operativi si sono attestati a 853,4 milioni, segnando un incremento del 6,7% rispetto ai 799,8 milioni del primo trimestre del 2013 grazie alla dinamica dei ricavi “core”. Il margine d’interesse (inclusivo di PPA) è risultato pari a 454,5 milioni di euro, in crescita

dell’8,9% (+37 milioni) anno su anno, in gran parte grazie alla buona evoluzione dei risultati dell’intermediazione con la clientela, saliti a 360,9 milioni (+ 23,5 milioni), a seguito del miglioramento della forbice clientela, passata a 179 punti base dai 159 del 1° trimestre 2013 (era 174 punti base nel quarto trimestre 2013), essenzialmente in relazione al significativo decremento del costo della raccolta. A parità di giorni di calendario, il margine d’interesse risulterebbe in crescita dell’1,1% anche rispetto al 4 trimestre 2013.

Le commissioni nette si sono attestate a 300,1 milioni di euro rispetto ai 304,8 milioni dell’analogo periodo del 2013, sintetizzando da un lato il buon andamento del comparto legato ai servizi di investimento (+6% a 159,6 milioni) e dall’altro il decremento dei servizi bancari generali (-9,1% a 150,6 milioni), mentre le commissioni pagate a fronte dell’emissione di obbligazioni con Garanzia dello Stato sono scese a 10,1 milioni (erano 11,5 milioni nel 1° trimestre 2013) e recepiscono i primi effetti dell’estinzione anticipata di 3 miliardi di tali obbligazioni avvenuto ad inizio marzo. Il risultato della finanza è stato pari a 62,6 milioni di euro (42 nel 1° trimestre 2013).

Tale risultato è dovuto per 34,1 milioni all’attività di negoziazione (26,3 nel 1° trimestre 2013); per 32,1 milioni alla cessione di asset finanziari, in primis 1,5 miliardi di titoli di Stato italiani (14,7 milioni nel 1° trimestre 2013); per 0,6 milioni alla valutazione delle attività finanziarie al fair value (2,3 milioni nel 1° trimestre 2013); mentre le attività di copertura sono state negative per 4,2 milioni (-1,3 milioni nel 1° trimestre 2013). Gli altri oneri/proventi di gestione sono scesi da 26,8 a 24,5 milioni, essenzialmente per effetto della riduzione della CIV (-2,6 milioni) a seguito delle azioni di monitoraggio a presidio degli sconfini. Coerentemente con i processi di razionalizzazione della struttura, compresa la cessione di Banque de Dépôts et de Gestion, e di ottimizzazione delle attività, nei primi tre mesi dell’anno gli oneri operativi sono scesi a 521,2 milioni (-17,1 milioni rispetto al primo trimestre 2013), confermando in termini via via più marcati un trend di progressiva riduzione dei costi di funzionamento generale del Gruppo, avvalorato dalla contrazione di tutte le componenti.

In sintesi:

– le spese per il personale, pari a 326,1 milioni, risultano in diminuzione dell’1,6% anno su anno grazie alla riduzione della forza di lavoro media e nonostante l’evoluzione ordinaria delle retribuzioni. Inoltre, è utile ricordare che il 6 marzo scorso è stato siglato un accordo sindacale con il quale sono state accolte le domande di esodo eccedenti quelle previste nell’accordo del novembre 2012, integrato nel febbraio 2013; entro il mese di giugno, 183 risorse accederanno alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà di settore, con risparmi annui di costo previsti a regime per circa 15 milioni lordi.

– le altre spese amministrative, pari a 152,6 milioni, segnano una riduzione del 5,6% anno su anno, risultato di uno sforzo di contenimento di lungo termine che ha interessato la maggior parte delle componenti di spesa corrente.

– le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (inclusive di PPA) hanno totalizzato 42,5 milioni, registrando anch’esse una diminuzione di 2,7 milioni rispetto al 2013, per effetto di minori ammortamenti sul perimetro core del Gruppo.

Nel periodo gennaio-marzo 2014 le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti sono salite a 198,6 milioni, contro i 157,7 milioni del primo trimestre 2013, definendo un costo del credito annualizzato dello 0,91% del totale impieghi netti, contro il precedente 0,68%. L’aggregato somma svalutazioni specifiche nette sui crediti deteriorati per 212,2 milioni di euro (155,7 milioni del 2013), ancora espressione di un’economia debole, e riprese di portafoglio nette su crediti in bonis per 13,6 milioni (-2,1 milioni nel 2013) derivanti principalmente dalla riduzione dei volumi e dalla ricomposizione degli impieghi verso classi di rischio basso. Si conferma elevato il livello delle riprese di valore specifiche, pari a 118 milioni nel 1° trimestre 2014 (75 nel 1° trimestre 2013).

Per effetto degli andamenti sopra descritti, l’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte si è attestato a 124,5 milioni, con un progresso del 34,5% rispetto allo stesso trimestre del 2013.

Le imposte sul reddito del periodo dell’operatività corrente sono risultate pari a 58,7 milioni, rispetto ai 56,6 milioni del 1° trimestre 2013, definendo un tax rate del 47,15%, rispetto al precedente 61,13%.

Gli aggregati patrimoniali – Al 31 marzo 2014, gli impieghi verso la clientela ammontano a 87,1 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,5% rispetto a dicembre 2013, essenzialmente per effetto di una riduzione degli impieghi nelle società prodotto, in corso di rifocalizzazione in termini di mix di clientela, e della naturale diminuzione dello stock di impieghi che non verrà sostituito (relativo a settori a maggiore rischiosità e a reti distributive terze non più utilizzate).

Per quanto riguarda invece le Banche Rete del Gruppo, si sono intensificati nel primo trimestre dell’anno i segnali di miglioramento visti nella seconda metà del 2013 relativamente alle nuove erogazioni di credito a medio lungo termine, pari nel periodo al 96% degli impieghi in scadenza (erano l’82% nel 1° trimestre 2013). Sia le erogazioni di mutui a privati, che di crediti a m/l termine a imprese “corporate” e small business sono risultati superiori rispettivamente del 43%, del 27% e del 22% ai corrispondenti valori del 1° trimestre 2013.

Relativamente alla qualità del credito, lo stock di crediti deteriorati lordi (sofferenze, incagli, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) mostra a marzo 2014 i primi timidi segnali di miglioramento, registrando una lieve diminuzione a 12.659 milioni (12.674 a dicembre 2013). Sempre a fine marzo 2014, la copertura dei crediti deteriorati segna un incremento di 74 punti base al 27,26% (era 26,52% a dicembre 2013). Includendo i crediti stralciati, la copertura dei crediti deteriorati sale di 97 punti base al 37,23% (era il 36,26% a dicembre 2013).

In termini di flussi lordi, risultano in discesa le entrate da crediti in bonis a crediti deteriorati (- 41,7% a 623 milioni nel 1°trim 2014 da 1.069 nel 1° trim 2013) ed in incremento i ritorni da deteriorati a bonis (+2,3% a 356 milioni nel 1° trim 2014 da 348 nel 1° trim 2013) e gli incassi di crediti deteriorati (+23% a 235 milioni nel 1° trim 2014 da 191 nel 1° trim 2013). Grazie all’andamento degli stock di crediti deteriorati lordi e all’incremento delle coperture, lo stock di crediti deteriorati netti scende di 104 milioni a 9.208 milioni (9.312 a dicembre

2013).

Nel dettaglio, l’ammontare delle sofferenze nette risulta pari a 3.548 milioni (3.437 milioni a

dicembre 2013), con un’incidenza sul totale crediti netti del 4,07%. La copertura delle sofferenze si attesta al 41% rispetto al 41,6% di dicembre 2013 per effetto dell’ingresso di posizioni solidamente garantite nel primo periodo dell’anno. E’ rimasta significativa l’incidenza delle posizioni assistite da garanzia reale (il 63% dello stock lordo); si conferma elevata (71,9%) la copertura delle posizioni prive di garanzia reale, considerate al lordo dei crediti stralciati. Gli incagli netti sono scesi a 4.254 milioni dai 4.314 di fine 2013, con un’incidenza sul totale crediti del 4,88%.

La copertura complessiva degli incagli risulta in forte aumento al 16,22% rispetto al 15,12% di dicembre 2013. Anche su questa categoria incide la forte presenza delle posizioni garantite in via ipotecaria, pari al 63,5% del totale incagli lordi, che richiedono minori rettifiche. La copertura delle posizioni prive di garanzia reale è pari al 25,25%. Le posizioni ristrutturate nette si attestano a 760 milioni di euro, in linea con i 751 milioni di dicembre 2013 (copertura del 14,16% rispetto al 13,94% del dicembre 2013). Le posizioni scadute/sconfinanti ammontano a 647 milioni rispetto agli 811 del dicembre 2013 (copertura del 4,95% rispetto al 2,83% del dicembre 2013).

Al 31 marzo 2014, la raccolta diretta totale è pari a 90,8 miliardi rispetto ai 92,6 di dicembre 2013. Al netto dei pronti contro termine con la Cassa Compensazione e Garanzia, scesi a 1,4 miliardi a marzo 2014 rispetto a 5,5 miliardi a dicembre 2013, la raccolta diretta totale da clientela risulta in crescita del 2,7% a 89,4 miliardi dagli 87,1 di dicembre 2013, grazie al collocamento di obbligazioni sia sulla clientela ordinaria delle banche rete (2,7 miliardi emessi rispetto a scadenze per 1,9 miliardi) che sulla clientela internazionale istituzionale (emissioni per 2 miliardi).

Conseguentemente a quanto descritto, il rapporto impieghi/raccolta diretta totale a fine marzo 2014 si attesta al 95,9% (era 95,5% a fine dicembre 2013). Al 31 marzo 2014 l’esposizione del Gruppo verso la BCE rimane invariata e consiste in un ammontare totale di 12 miliardi di euro nominali, derivante dalla partecipazione del Gruppo alle aste LTRO a tre anni promosse dalla BCE a dicembre 2011 e febbraio 2012, iscritta tra i “Debiti verso Banche” e quindi non inclusa nella Raccolta diretta. Anche al netto dell’LTRO, gli indici di liquidità calcolati con le regole di Basilea 3 (NSFR e LCR) risultano superiori ad 1. La solida posizione di liquidità del Gruppo è ulteriormente assicurata dall’ammontare delle attività stanziabili che alla data del 5 maggio 2014 risultano complessivamente pari, al netto degli haircut, a 33,2 miliardi di euro (di cui 19,6 disponibili).

A fine marzo 2014, le attività finanziarie del Gruppo hanno una consistenza di 23,2 miliardi di euro, di cui 21,1 miliardi relativi a titoli di stato italiani: quest’ultimo aggregato risulta in leggera crescita rispetto al dato di dicembre 2013, ma è atteso in diminuzione verso fine anno. Infine, la raccolta indiretta da clientela ordinaria risulta in crescita a 73,4 miliardi rispetto ai 71,7 miliardi di fine dicembre 2013, con un’evoluzione positiva di tutte le componenti: il risparmio gestito in senso stretto si è portato a 27,9 miliardi (+0,3%), la raccolta assicurativa è salita a 11,9 miliardi (+1,3%), la raccolta amministrata si attesta a 33,6 miliardi (+4,7%). Al 31 marzo 2014, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il risultato di periodo, si attesta a 10.667 milioni di euro (10.339 milioni di euro a fine dicembre 2013).

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